Federalberghi: fra imposta di soggiorno e Imu “tempesta di tasse” sul turismo
Alberghi e imprese turistico-ricettive denunciano: troppe tasse, si rischia il default di massa. Solo l’imposta di soggiorno vedrà aumentare del 28% i Comuni pronti a riscuoterla, mentre l’Imu può pesare fino a 690 milioni di euro sul comparto se si applica l’aliquota più elevata. Tutto questo in un contesto negativo: il 2012 si avvia a chiudersi con un calo complessivo del 6% della clientela e del 10% di fatturato. I numeri sono di Federalberghi che denuncia una “tempesta di tasse” sul settore.
L’imposta di soggiorno, afferma la sigla, è cresciuta nel suo ammontare annuo da 150 milioni a 175 milioni di euro (+17%), con un incremento del 28,5% di Comuni pronti ad applicarla (sono passati da 332 a 426). L’Imu pesa più dell’Ici: nel 2010 (versione Ici) era pari a 320 milioni di euro, oggi si passa a 494 milioni di euro (se l’aliquota applicata è quella dello 0,76%) o a 689 milioni di euro (se l’aliquota è quella dello 1,06%) di quest’anno, pari a incrementi che oscillano nell’ordine dal +54,5% al +115%.
“Alla vigilia delle dimissioni del Governo Monti, – afferma il presidente Federalberghi, Bernabò Bocca- allo scioglimento anticipato delle Camere e all’avvio della campagna elettorale, non possiamo non stigmatizzare il fatto che le imprese ricettive italiane rischino un default di massa. Un default capace di provocare nuova disoccupazione per almeno 50 mila lavoratori e la chiusura di 2/3 mila strutture ricettive.L’impegno formale che sollecitiamo alle forze politiche -conclude Bocca- è di porre il turismo tra i punti primari dei loro programmi elettorali, per non rischiare di regalare alla concorrenza internazionale quegli 83 miliardi di euro di valore aggiunto che annualmente produce il settore, pari al 6% del Pil”.