Nel corso dei primi nove mesi del 2012 i livelli produttivi, in contrazione in tutta Italia, si sono riportati nel Mezzogiorno sui livelli minimi della primavera del 2009, dove ha influito la maggiore dipendenza dagli andamenti della domanda interna. Nel resto del Paese la dinamica del prodotto ha ancora continuato ad avvantaggiarsi del contributo positivo delle esportazioni. Anche le esportazioni del Centro, che erano aumentate in modo consistente per nove trimestri consecutivi, hanno ristagnato nella prima parte dell’anno. Sono calati ovunque nel 2012 il fatturato e la redditività delle imprese italiane della manifattura e dei servizi. E’ quanto si legge nell’aggiornamento autunnale del rapporto ‘L’economia delle regioni italiane’ elaborato dalla Banca d’Italia. Il rapporto si compone di due parti: la prima analizza le dinamiche più recenti della congiuntura nelle quattro aree territoriali del Paese; la seconda presenta alcuni approfondimenti monografici.
Nel primo semestre del 2012 il tasso di disoccupazione è cresciuto di circa 2 punti percentuali al Centro Nord e di quasi 4 nel Mezzogiorno, anche per il forte aumento dell’offerta di lavoro. L’occupazione si è leggermente contratta in tutte le macroaree a eccezione del Nord Est, dove è rimasta stabile. Le ore di Cassa integrazione guadagni sono tornate a crescere, soprattutto al Centro e nel Mezzogiorno.
I prestiti bancari alle imprese sono diminuiti in tutte le macroaree, a fronte di una sostanziale stazionarietà di quelli alle famiglie. Vi ha influito soprattutto la riduzione della domanda di credito; le condizioni di offerta delle banche in tutte le aree del Paese sono divenute meno rigide.
Nella seconda parte del documento vengono presentati tre approfondimenti sull’economia reale, relativi ai consumi delle famiglie, all’occupazione dei giovani e alle differenze territoriali nei livelli di istruzione e negli apprendimenti. Secondo i dati dell’indagine Istat sui consumi delle famiglie, in Italia tra il 2002 e il 2010 la spesa mensile delle famiglie valutata a prezzi costanti e tenendo conto della numerosità familiare è stata in media di 2.415 euro. Nel Nord Ovest e nel Nord Est è stata superiore di oltre il 15 per cento rispetto al dato nazionale; nel Mezzogiorno invece è stata inferiore del 25 per cento. Il divario fra macroaree nella spesa per consumi è di ampiezza analoga a quello nei redditi disponibili delle famiglie.


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