La campagna di Cittadinanzattiva “In-Dolore” contro il dolore cronico fa tappa nel Lazio a partire da domenica 7 ottobre.
Non vergognarsi del dolore, perché spiegarlo è il primo passo per sconfiggerlo. Non esitare a chiedere spiegazioni al medico e agli operatori sanitari per sapere cosa fare e alleviare le proprie sofferenze. Far valutare e misurare il dolore, e verificare che sia riportato nella cartella clinica, insieme alla cura seguita e all’andamento nel tempo. Perché non è vero che il dolore cronico va sopportato. Sono i cardini della campagna e della guida “In-Dolore” lanciata da Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato, che vuole sfatare il tabù e offrire consigli ai cittadini su cosa fare e cosa ‘pretendere’, a casa, dal medico di famiglia, nelle strutture sanitarie, per non soffrire inutilmente. La guida, inoltre, fornisce le istruzioni per l’uso della legge 38 del 2010 che, pur ancora sconosciuta ai più, di fatto è una legge all’avanguardia in Europa.
Nei prossimi giorni la campagna farà tappa nel Lazio. Cittadinanzattiva Lazio sarà infatti presente domenica 7 ottobre presso l’ospedale San Camillo Forlanini di Roma; dal 15 al 20 sarà ad Aprilia presso la Asl; il 17 ottobre a Tivoli presso la Piazza del Mercato Impastato; il 22 a Fiumicino presso il Poliambulatorio della Asl; e ancora a Latina, Cassino ed Ostia con più appuntamenti.
“In Italia sarebbero circa 15 milioni le persone affette da dolore cronico, di cui solo il 10% legato ad una malattia oncologica. Il dolore è, il più delle volte, dovuto a patologie vertebrali, artrosi, cefalea, neuropatie periferiche e direttamente o indirettamente a forme tumorali – spiega l’associazione – Ogni anno vengono persi almeno 3 milioni di ore lavorative per problemi riconducibili al dolore cronico”. Commenta Giuseppe Scaramuzza, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato: “Il nostro impegno, attraverso questa importante iniziativa, sarà quello di informare i cittadini sui propri diritti ed accrescere la loro consapevolezza su quanto possono fare per evitare le sofferenza inutili e far applicare la legge 38”.
 


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