Importante vittoria di Codici contro Barclays Bank per aver fornito ad una cliente (titolare di un contratto di mutuo ventennale) dati contraddittori, risposte tardive ed inadeguate, disguidi di comunicazione tra i soggetti intervenuti per conto della banca: l’Arbitro Bancario Finanziario ha accolto in toto un ricorso presentato dall’Associazione. I guai sono iniziati quando la cliente della banca ha chiesto di poter usufruire del Piano Famiglie, l’accordo stretto tra Abi e Associazioni Consumatori per la sospensione del pagamento delle rate del mutuo  per un anno. La richiesta è stata inoltrata al momento dello scadere del periodo di moratoria.
A questo punto la banca ha commesso una serie di errori abbastanza gravi: calcoli sbagliati (pagamenti effettuati e non risultanti, aggiunta di “oneri di sospensione mutuo” e spese ulteriori per incasso e solleciti di crediti scaduti, assolutamente non previsti nel documento tecnico previsto dal Piano Famiglie), comunicazioni contraddittorie e poco trasparenti. Scorretto il comportamento della banca che non ha risposto alle contestazioni sollevate dalla ricorrente ed ha incaricato due Società esterne di recupero crediti per sollecitare il pagamento di rate risultanti in effetti pagate.
Ieri l’Abf si è pronunciato, accogliendo in toto il ricorso presentato dal Codici, tramite l’Avv. Carmine Laurenzano – Responsabile dell’Ufficio Legale del Codici. “Il comportamento dell’intermediario nell’intera vicenda è stato giudicato contrassegnato da una serie di opacità che hanno obiettivamente ingenerato confusione e incomprensioni, rendendo impraticabile il corretto adempimento degli obblighi ricadenti sulla mutuataria” ha commentato Laurenzano.
L’Abf ha condannato Barclays Bank a rielaborare tutti i conteggi, tenendo conto dei versamenti effettuati che non sono stati conteggiati, escludendo  qualsiasi onere connesso alla sospensione dei pagamenti in virtù dell’accordo concluso in sede ABI, allungando il piano di rimborso per una durata pari al periodo di sospensione e spalmando i relativi interessi  maturati nel periodo di sospensione secondo le richieste avanzate dalla ricorrente.
“Esprimiamo grande soddisfazione per la pronuncia dell’Abf – commenta Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale del Codici –  In quanto è stato colpito e condannato l’atteggiamento poco trasparente, opaco e contraddittorio di un importante gruppo bancario.  Inaccettabile pensare che il consumatore-utente bancario si ritrovi nella situazione di dover dimostrare la propria  posizione debitoria, subendo gravi disagi, quali l’iscrizione in elenchi di società di recupero crediti  o peggio l’iscrizione in centrali di rischi finanziari, e di dover pagare delle rate maggiorate”.
 
 


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