Cosa intendono le imprese per ‘Responsabilità Sociale’? Adiconsum ha voluto ‘sondare il terreno’ e ha realizzato un Rapporto nell’ambito del progetto ‘Training Progress’ realizzato con il contributo del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. L’intenzione non era quella di trovare e portare alla luce eventuali buchi neri, ma di capire l’approccio che imprese private, erogatori di servizi e pubblica amministrazione hanno nei confronti della CSR. Quattordici i bilanci sociali esaminati (3 Associazioni di Promozione sociale, 3 Pubbliche Amministrazione e 8 Imprese): le valutazioni dei bilanci sono sostanzialmente tutte positive, sebbene si riscontri – tranne poche eccezioni – una generalizzata autoreferenzialità ed uno scarso coinvolgimento degli stakeholder, in particolar modo consumatori-utenti e  le loro rappresentative, in fase di discussione dei bilanci stessi. In molto casi manca anche la revisione del bilancio fatta da un soggetto terzo.“In effetti – hanno spiegato Grazia Simone e Ofelia Olivara , Adiconsum – i bilanci sociali analizzati evidenziano una certa attenzione alla CSR ma ciò che deve cambiare, a nostro avviso, è la cultura di fondo. Un’impresa responsabile non è quella che presta attenzione all’ambiente e alla condizione dei lavoratori e poi viene condannata per pubblicità ingannevole. Un’azienda responsabile è colei che fa della CSR una filosofia di vita che l’accompagna durante tutto il processo produttivo”.
Adiconsum è mossa anche dalla convinzione del ruolo strategico che può giocare la CSR: oggi, infatti, i consumatori sono molto più attenti e consapevoli rispetto alle loro scelte di consumo che si indirizzano, sempre di più, verso prodotti che possono vantare origini rispettose dei diritti e dell’ambiente. “E’ ora che le aziende facciano passai in avanti in questa direzione e che soprattutto coinvolgano gli stakeholder nell’individuazione degli strumenti di CSR” hanno ribadito Simone e Oliva nel corso della conferenza stampa che si è tenuta oggi a Roma.
Tra le 8 aziende ce ne sono diverse che hanno sottoscritto Protocolli di Conciliazione con le Associazioni dei Consumatori: è anche questo uno strumento di CSR? “I protocolli di conciliazione sono uno strumento validissimo di risoluzione alternativa delle controversie – hanno sottolineato Grazia Simone e Ofelia Oliva – però intervengono ex post. Diciamo che un’azienda responsabile non dovrebbe avere molti reclami e conciliazioni in quanto ha stabilito, a monte, con le associazioni dei consumatori, un percorso virtuoso”.
E’ possibile tutto ciò? Sì come dimostra il case history analizzato nel Dossier (che sarà pubblicato a giorni): il primo bilancio sociale della FIBA Lombardia è nato dalla collaborazione di un gruppo di lavoro composto da operatori e dirigenti FIBA e da due consulenti esterni in qualità di supporto scientifico, con la partecipazione di Adiconsum Lombardia attraverso l’inserimento di un proprio componente nell’ambito del comitato scientifico, oltre che, inevitabilmente, nel ruolo più naturale di stakeholder.
 di Valentina Corvino


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