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Sulle tecnologie digitali aleggia una sorta di diffidenza generalizzata che accomuna studenti, docenti e genitori quando queste vengono messe in relazione con la scuola e l’istruzione. Se è vero, infatti, che il 72% degli studenti calabresi ritiene che l’uso del pc e l’accesso al web hanno effetti positivi sull’apprendimento (la percentuale sale al 76% fra gli studenti più grandi), è anche vero che il il 40% considera negativi gli effetti sulla volontà di studiare e il 33,5% sulla capacità di concentrazione e riflessione. E’ quanto emerge dall’indagine “I nativi digitali in Calabria” presentata questa mattina dal Censis.I device digitali sono sempre più diffusi ma gli studenti calabresi non rinnegano i libri: oggi nelle case ci sono molti più libri che in passato. In Calabria, il 32,5% delle famiglie dei ragazzi delle scuole medie possiede più di 100 libri, contro il 21% delle famiglie degli studenti delle superiori. C’è di più: per la maggioranza degli studenti calabresi (il 54%) consultare un testo su Internet non è più facile che leggere un libro. E il 73% non trova difficile mantenere la concentrazione nella lettura dei volumi stampati.
Qual è lo scopo principale dell’utilizzo di internet? Il 73% degli studenti calabresi utilizza Facebook (la percentuale sale al 79% fra gli studenti delle scuole superiori e si ferma al 65% fra gli alunni delle medie). Il 76% utilizza YouTube (anche in questo caso la percentuale degli studenti delle superiori è maggiore di quella dei ragazzi più giovani: l’80% contro il 70%). Per il 60% degli studenti delle superiori l’utilizzo praticamente quotidiano del computer è finalizzato alle relazioni e all’accesso ai social network. Il 56% è convinto che così si faciliti la frequentazione degli amici al di fuori della scuola. Il 44% naviga quasi tutti i giorni alla ricerca di informazioni. Le quattro applicazioni più importanti per i ragazzi sono: i motori di ricerca, i social network, la visione di video, la possibilità di scaricare musica.
Dalle opinioni raccolte tra i docenti, invece, emerge una certa resistenza culturale motivata dalla convinzione che l’approccio tradizionale al trasferimento del sapere sia quello più efficace e più giusto, la consapevolezza che le nuove tecnologie sono imprescindibili per cercare un dialogo con i ragazzi e per svolgere al meglio la propria funzione, ma gli insegnanti diffidano di un apprendimento partecipativo che metta in discussione il loro ruolo. Infatti, l’84% degli studenti calabresi afferma che durante la settimana il computer non viene mai usato per studiare le materie umanistiche. La percentuale si riduce di poco nel caso delle materie scientifiche (79%) e di quelle tecniche (66%).


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