In periodo di spending review c’è chi difende e rilancia la propria spesa: sono le farmacie italiane che sottolineano quanto la spesa farmaceutica territoriale rappresenti una voce virtuosa di spesa, a differenza di quella ospedaliera. Federfarma riprende i dati diffusi dall’Agenzia Italiana del Farmaco, secondo cui nel 2011 la spesa farmaceutica territoriale si è attestata al di sotto del tetto di spesa del 13,3% sul Fondo sanitario nazionale, mentre la spesa farmaceutica ospedaliera ha prodotto nel solo 2011 un disavanzo di 1 miliardo e 230 milioni di euro.
“La soluzione non può certo essere quella di comprimere il tetto di spesa farmaceutica territoriale, che rappresenta una voce virtuosa, per permettere l’aumento del tetto della spesa farmaceutica ospedaliera – afferma Annarosa Racca, presidente di Federfarma – Il sistema così com’è rischia di diventare economicamente insostenibile sia per le Regioni sia per le farmacie. Per renderlo sostenibile – senza procedere a ulteriori tagli che sarebbero deleteri per l’efficienza del servizio farmaceutico – è necessario dare più spazio alla distribuzione in farmacia dei medicinali SSN e rivedere la remunerazione della farmacia stessa, con l’obiettivo di rendere conveniente l’erogazione nelle farmacie anche dei farmaci costosi.”
La spesa farmaceutica territoriale comprende: la spesa per i farmaci SSN erogati dalle farmacie nel normale regime convenzionale; la spesa per farmaci acquistati dalle ASL direttamente dalle aziende produttrici e consegnati ai cittadini dalle ASL stesse e la spesa per farmaci acquistati dalle ASL e distribuiti tramite le farmacie. La prima voce (unico caso nella sanità italiana) è in calo ormai da anni (circa -20% negli ultimi 5 anni, al netto dei ticket e delle varie trattenute imposte alle farmacie); le altre due voci sono in aumento, perché le ASL tendono ad acquistare sempre maggiori quantitativi di medicinali, soprattutto ad alto costo.
La spesa farmaceutica convenzionata è in calo anche per la progressiva diffusione di medicinali a brevetto scaduto, di prezzo più basso rispetto a quelli ancora coperti da brevetto. A fronte del calo di spesa, assistiamo però a un aumento del numero delle confezioni di medicinali SSN erogate dalle farmacie: le farmacie dispensano più farmaci, ma di prezzo sempre più basso e ciò significa, per loro, più lavoro e minore redditività. “Se questo trend non verrà arginato – sottolinea Annarosa Racca – il sistema farmacia rischia di non essere più sostenibile. La revisione del sistema di remunerazione della farmacia è urgentissimo, tanto più a fronte dell’apertura di 5.000 nuove farmacie, prevista dal decreto liberalizzazioni” conclude Annarosa Racca.
 


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