Invalidità civile, Cittadinanzattiva in Senato: aumentano gli ostacoli per i cittadini
Cittadinanzattiva va in audizione al Senato sul tema dell’invalidità civile e ribadisce: ci sono sempre più ostacoli per chi deve accedere legittimamente a una indennità economica. Le segnalazioni ricevute dall’associazione nel corso del 2011 parlano di un aumento degli accertamenti ritenuti inadeguati, di un aumento di lentezza dell’inter burocratico di riconoscimento, di un aumento di costi per presentare le domande necessarie e di un aumento di segnalazioni sul mancato riconoscimento dell’indennità di accompagnamento. Un quadro estremamente problematico, dunque, che spiega il senso della campagna “SonoUnVip, very invalid people” per riaffermare il diritto dei cittadini ad accedere ai benefici economici previsti dalla Costituzione.
“Le nuove procedure di accertamento dell’invalidità varate dall’INPS, in vigore dal 2010, continuano a rappresentare un ostacolo per tutti i cittadini che vorrebbero legittimamente accedere alle indennità economiche – commenta Tonino Aceti, responsabile del Coordinamento nazionale delle Associazioni dei Malati Cronici (CnAMC) di Cittadinanzattiva, in occasione dell’audizione di questa mattina al Senato – A molti mesi dalle nostre prime denunce, nessuna inversione di tendenza da parte dell’Istituto, che sembra sordo alle richieste di vera semplificazione, trasparenza, rispetto delle norme e di un vero confronto con le Organizzazioni di tutela del diritto alla salute. Continua, invece, la caccia ai “falsi Invalidi”, che alla luce dei dati della Corte dei Conti si è dimostrata totalmente fallimentare e costosissima per lo Stato e per tutti i cittadini”.
Le segnalazioni ricevute da Cittadinanzattiva nel 2011 hanno mostrato evidenti aumenti per quanto riguarda l’esito dell’accertamento ritenuto inadeguato da parte dei cittadini: dal 28,2% del 2009 fino al 37,8% del 2011. Aumentano le segnalazioni anche rispetto alla lentezza dell’iter burocratico di riconoscimento: dal 27,1% del 2009 al 28,2% del 2011.
Le segnalazioni sull’attesa per la sola ricezione del verbale definitivo passano dal 13,1% del 2009 al 32% del 2011. Aumentano inoltre sia le segnalazioni sul riconoscimento di una percentuale ritenuta inadeguata (25,5% nel 2009 – 40% nel 2010 – 43,3% nel 2011), sia le segnalazioni riguardanti il mancato riconoscimento dell’indennità di accompagnamento (45,5% nel 2009 – 47,8% nel 2010 – 49% nel 2011).
“Queste ultime – spiega Cittadinanzattiva – più strettamente legate a quanto stabilito dalla Nota interna dell’INPS del 20 settembre 2010, che ha drasticamente ristretto i criteri per la concessione dell’indennità di accompagnamento, allungato i tempi del procedimento di riconoscimento introducendo per tutti i casi accertamenti sanitari diretti aggiuntivi, aumentato il contenzioso legale, con un tasso di soccombenza dell’INPS pari al 60% dei casi nel 2010”.
Ancora: dal monitoraggio emerge che i costi di cui i cittadini devono farsi carico sono notevolmente aumentati e sono stati segnalati casi in cui si giunge a pagare 180 euro per la presentazione della domanda. Anche i dati della Corte dei Conti, spiega l’associazione, confermano le criticità esistenti: solo per ciò che riguarda i tempi di liquidazione 2010 delle indennità economiche nel 14% dei casi non è stato rispettato il tempo soglia dei 120 giorni e nel 37% dei casi quello dei 60 giorni. Inoltre, le nuove procedure prevedevano l’integrazione della Commissioni mediche Asl con un medico INPS proprio per accelerare il procedimento, ma solo nel 46% dei casi questo è avvenuto. Nel 54% dei casi si è tradotto in un doppioo anche triplo passaggio, con relativo aumento dei tempi e dei costi.
parlo di tanti anni fa, quasi 20, ed ho avuto 2 esperienze travagliatissime x quanto riguarda l’ottenimento dell’accompagnamento x mio padre e mio suocero, tanto x farvi capire hanno fatto in tempo a morire prima che arrivassero quei pulciosi 4 soldi!
peggio ancora mi è andata x il recupero dei loro crediti irpef, è
stato fatto tutto il possibile x complicarci la vita e x allungare i tempi, forse con l’idea che lasciassimo perdere! figurarsi, se lo stato li vuole da me io li VOGLIO dallo stato a mia volta!
se dite è perfino peggiorato tutto…….. non oso pensarci!
Scrivo per segnalarmi il mio caso che è quantomeno emblematico di una classica situazione all’Italiana. Di menefreghismo e mancanza di rispetto della persona e delle regole che sono utilizzate e stravolte a proprio uso e consumo. Con verbale dell’ASL di Sassari, il 20.10.2009 mi è stata riconosciuta la condizione di handicap in situazione di gravità (art.3 comma 3), con ridotte capacità motorie (art.8 L. 449/97), suscettibile di evoluzione e quindi valida per due anni. Dopo due anni, esattamente il 04/07/2011 l’Inps mi ha chiamato a verifica. Inizia la prima stranezza. Dal verbale inviatomi risulta infatti che i medici incaricati della verifica, che mi hanno visitato e controllato la documentazione, con verbale in data 19/07/, hanno riconosciuto la mia condizione di invalido ultrasessantacinquenne con impossibilità a deambulare senza l’aiuto permanente di un accompagnatore (L. 508/88), 2011, in chiusura di verbale è espresso il giudizio medico legale definitivo della commissione medica superiore, che non mi ha neppure visto, con la quale viene riconosciuta la condizione di invalido grave al 100%, con difficoltà persistenti a svolgere funzioni e compiti propri della propria età. Un modo, che ritengo illegale e ingiusto, anche se non ho fatto nessun passo per ottenere ragione (perché fra l’altro costa non poco), per togliermi l’indennità d’accompagnamento. Il 13 febbraio scorso sono stato chiamato a verifica dall’Asl, ad Alghero, ed ho passato la visita in presenza, presumo, di un medico, un’assistente sociale e una segretaria, mancavano altre figure professionali, che avrebbero dovuto comporre la prevista commissione medica integrata dalla presenza di un medico INPS. Quindi secondo il mio parere completamente illegale. Come il mio caso si può parlare di decine di visite eseguite in tale e d altre date. Di tale visita, a oltre novanta giorni di distanza, nonostante i ripetuti solleciti, non ho ottenuto risultato. Capisco la ricerca e scoperta di falsi invalidi ed è giusto che avvenga ma forse anche le commissioni dell’INPS che, con i nostri soldi, le retribuisce senza fare il loro lavoro ma operando solo a tavolino e spesso senza neppure aver visto l’invalido, dovrebbero essere controllate per dare giustizia anche a chi la chiede e molto spesso non la ottiene sopportando. Grazie