traffico

Uno studio commissionato dal ministero dell’Ambiente olandese all’istituto di ricerca indipendente TNO fa il bilancio dell’inquinamento acustico in Europa e spinge l’Ue a fare di più per contrastare questo fenomeno. Imputato numero uno, il traffico automobilistico.
L’inquinamento acustico costa 16 miliardi l’anno all’Europa. Questa è la cifra che secondo lo studio TNO si potrebbe risparmiare soltanto diminuendo il livello del rumore del 39 per cento (326 miliardi di euro in 20 anni).
La causa maggiore è il traffico automobilistico. Il rumore del traffico può causare patologie come un aumento della pressione sanguigna, problemi cardiovascolari, ipertensione e perfino malattie mentali. Secondo gli esperti può portare anche a insonnia e scarso rendimento sul lavoro. Sempre secondo lo studio, ben il 44% della popolazione europea, 220 milioni di persone, è sottoposto a livelli di rumore superiori ai 55 decibel, soglia oltre la quale è necessario alzare il tono della voce per essere sentiti e si cominciano a percepire sovraffaticamento del timpano (secondo l’Organizzazione mondiale della sanità).
Il rumore automobilistico contribuisce a 50mila morti premature l’anno. Secondo un altro studio dell’istituto di consulenza indipendente olandese CE Delft, ogni anno in Europa 50mila persone sono morte prematuramente e 200mila hanno sofferto di malattie cardiovascolari a causa del rumore del traffico.
L’Ue deve fare di più per combattere l’inquinamento acustico. All’inizio del 2012 Bruxelles ha previsto una road-map “anti rumore” che prevede entro il 2014 ed il 2017 la riduzione di 4 decibel del rumore provocato da auto e furgoni e di 3 per i veicoli pesanti. L’obiettivo dichiarato è di ridurre di un quarto il numero delle persone che lamentano di essere sottoposte ad una sovraesposizione da rumore. Ciononostante, secondo gli esperti olandesi, si tratta di una strategia troppo lenta e riduttiva di fronte al reale problema. “Per aumentare i benefici della lotta all’inquinamento acustico bisogna accelerare i tempi”, ha sottolineato Nina Penshaw, portavoce del gruppo Transport and Environment. “Bisogna chiedere all’industria di ridurre della metà il traffico su strada presente oggi”.
Cinque le misure proposte dalla task force anti rumore. Un gruppo composto da  Transport and Environment, l’European Environmental Bureau e l’Environmental Alliance ha rivolto alla Commissione europea un piano fatto di cinque tappe per risolvere il problema in modo concreto: anticipare gli obiettivi Ue al 2013-2015, tagliare di altri 2 decibel i limiti di rumore entro il 2020, prevedere per i veicoli l’utilizzo di pneumatici “ultra silenziosi”, obbligare i rivenditori di veicoli a fornire informazioni sul rumore agli acquirenti e stabilire il livello massimo di rumore consentito a 90 decibel.
C’è una direttiva europea contro il rumore. Il rumore incide non soltanto sulla qualità della vita ma, a partire da determinati livelli sonori (secondo l’Agenzia europea dell’ambiente, a partire da 60 Ldn dB(A)), anche sulla salute dei cittadini. Oltre alle misure correttive che interessano alcune fonti sonore, nel 2002 l’Unione europea ha adottato una direttiva (Direttiva 2002/49/CE del Parlamento europeo e del Consiglio) che definisce un’impostazione generale in tema di gestione e determinazione del rumore ambientale.
 
di Alessio Pisanò


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