Accogliendo il ricorso delle Regioni Puglia, Toscana, Veneto e Umbria la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionali ben 19 articoli, per eccesso di delega e per violazione delle competenze esclusive delle Regioni in materia turistica. “Con ciò si è posta sostanzialmente nel nulla un’operazione, dilettantesca nel metodo e nel merito, voluta con troppa superficialità dall’ex ministro Brambilla”  commenta   Roberto Barbieri, responsabile del settore Turismo del Movimento Consumatori, ricordando che il Codice, voluto nel 2011 dal precedente Governo contro il parere della Conferenza delle Regioni, è stato contestato sin da subito sia dalle associazioni dei consumatori sia da quelle di categoria
 Tra le norme cancellate ci sono quelle in materia di classificazione e standard qualitativi delle strutture ricettive, la disciplina delle agenzie di viaggio e dei tour operator; le norme sui sistemi turistici locali e quelle sulla gestione dei reclami da parte del Dipartimento del turismo.
“Lanciamo un appello al ministro Gnudi – continua Barbieri – all’intero Governo e a tutte le forze politiche affinché il settore turistico, strategico per l’economia nazionale, sia finalmente assunto come priorità; si convochi la Conferenza nazionale del turismo; ci si confronti con le Regioni, gli Enti locali e le parti sociali e si coordini finalmente una politica organica di riordino normativo e di rilancio economico del settore. Si tratta di un settore economico vitale per la nostra economia e rappresenta un banco di prova per gli obiettivi di crescita complessiva del nostro Paese: ulteriori ritardi, sommati con quelli passati, sarebbero deleteri, oltre che incomprensibili”.  
 


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