Quest’anno, c’era da aspettarselo, il turismo invernale ha registrato pesanti cali: tra gennaio e marzo sono stati poco più di 8 milioni e mezzo gli italiani che si sono concessi qualche giorno in località montane o sciistiche italiane; il 16% in meno rispetto ai 10,25 milioni del 2011. Di questi solo 4,3 milioni, un milione in meno dell’anno scorso (-18%) hanno trascorso sulla neve un’intera settimana; gli altri soltanto dei week end (in media 1,84 week end a persona rispetto ai 2,3 nel 2011).
Sono alcuni dei dati diffusi da Federalberghi ed emersi da un’indagine condotta dall’Istituto ACS Marketing Solutions dal 12 al 17  marzo su un campione di 3.500 italiani. Al calo di presenze corrisponde una significativa contrazione del  giro d’affari complessivo: dai 4,32 miliardi di euro del 2011 si è passati a 2,93, con un calo del 32%.
 In lievissima crescita la spesa media pro-capite, considerando tutte le voci di spesa (viaggio, vitto, alloggio, impianti e corsi di sci, divertimenti): per la settimana bianca ogni italiano ha speso in media 613 euro, rispetto ai 604 euro del 2011 (+1,5%, inferiore comunque all’inflazione).
La meta preferita dai vacanzieri invernali resta l’Italia, scelta dal 93,5% del campione. Il Trentino Alto Adige si conferma la Regione più gettonata con il 29% della domanda (l’anno scorso è stata del 36%); seguono Lombardia con il 12% della domanda, in crescita rispetto all’8% del 2011, Valle d’Aosta, con il 10,5% e Piemonte, con il 9%. L’albergo è la struttura prescelta dal 42% dei rispondenti; seguono case di parenti o amici (17% rispetto all’11,6% del 2011), case di proprietà (11,4% rispetto al 14,5 del 2011), appartamenti in affitto (9% rispetto all’11% del 2011) e villaggi turistici (5% rispetto al 4,6% del 2011).
Cala il numero di chi si concede anche qualche weekend sulla neve, oltre alla settimana bianca. Il finesettimana è più da vacanzieri “mordi e fuggi” che scelgono come struttura ricettiva l’albergo (il 43% delle presenze), la casa di proprietà (19,8%), la casa di parenti o amici (8,4%) e l’appartamento in affitto (5% contro il 7% del 2011). Anche in questo caso la spesa pro-capite è in leggero aumento: 308 euro contro i 302 del 2011 (+2% sempre ben al di sotto del tasso di inflazione).
“La crisi economica che ha condizionato la spesa delle famiglie e l’altalenante meteo che da periodi di siccità è passato ad una ondata di gelo polare, costituiscono quel mix di concause che hanno fortemente influito sull’andamento dei consumi turistici degli italiani durante l’inverno appena concluso – commenta Bernabò Bocca, Presidente Federalberghi – Il calo diffuso, che ha riguardato l’intero ‘popolo’ degli italiani appassionati di sport invernali, facendo registrare diminuzioni sia nelle storiche settimane bianche, sia nei week end sulla neve, si caratterizza in particolar modo per la forte mancanza delle famiglie con figli. È infatti il drastico ridimensionamento dei nuclei familiari – aggiunge il Presidente di Federalberghi – l’elemento che più di tutti ha influito sul risultato finale, portando la flessione ad un risultato a due cifre, segnale evidente di come genitori e figli fatichino a far quadrare i conti domestici, obbligando le famiglie a compiere delle scelte nelle quali la vacanza invernale si colloca automaticamente tra i bisogni non indispensabili”.
Bocca torna a chiedere al Governo di varare politiche mirate al rilancio dell’immagine turistica dell’Italia, per accrescere l’attrattività sia per gli italiani sia per gli stranieri del nostro giacimento montano. Infine, secondo il Presidente di Federalberghi, bisogna considerare seriamente il ricorso a misure di sgravi fiscali per le imprese interessate da questo stato di crisi, sempre più stremate da oltre 3 anni di cali di fatturato dovuti al prolungarsi della crisi mondiale.
 
 


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