Nielsen: Europa pessimista, fiducia in calo in 24 paesi
Crisi del debito, incertezza politica ed economica, misure di austerità, preoccupazioni per il futuro dell’euro: sono alcune delle motivazioni che spiegano il calo della fiducia dei consumatori europei.
Mentre nel mondo la fiducia dei consumatori è aumentata di un punto, in Europa l’andamento è in flessione in 24 dei 27 paesi analizzati dall’indagine globale sulla fiducia dei consumatori e sulle intenzioni di spesa condotta da Nielsen, “Global Survey of Consumer Confidence and Spending Intentions”.
La ricerca rileva via Internet il livello di fiducia, le principali preoccupazioni e le intenzioni di spesa di più di 28.000 consumatori in 56 Paesi. I livelli di fiducia dei consumatori al di sopra e al di sotto di 100 indicano i diversi gradi di ottimismo e pessimismo. I dati regionali evidenziano le crescenti preoccupazioni dell’Europa. Basti pensare che, se il mercato più ottimista in assoluto è quello dell’India, i mercati più pessimisti sono quelli dell’Ungheria, del Portogallo e della Grecia; l’Italia si posizione al sesto posto tra i Paesi più pessimisti, con un indice di 49, pari a 3 punti in meno rispetto al periodo precedente. Nell’ultimo trimestre, 9 mercati europei sono risultati tra i 10 mercati più depressi al mondo.
I dati relativi al quarto trimestre del 2011, raccolti da Nielsen, indicano che a livello globale la fiducia dei consumatori è salita a 89, crescendo di un punto rispetto al trimestre precedente, mentre in Europa è scesa in 24 dei 27 Paesi della regione sottoposti a indagine. La fiducia si è ridotta nel 60% dei mercati analizzati.
“Se da un lato le difficili condizioni economiche dell’Europa nella seconda metà del 2011 hanno riacceso la vulnerabilità e la fragilità dei consumatori e dei mercati finanziari a livello globale, dall’altro alcune delle notizie più positive provengono dalle due principali economie mondiali: gli Stati Uniti e la Cina, dove la fiducia dei consumatori è risalita ai livelli del primo trimestre 2011 – ha affermato Venkatesh Bala, Chief Economist di “The Cambridge Group”, parte del Gruppo Nielsen – Nonostante i buoni livelli di consumo interno abbiano fatto crescere i livelli di fiducia anche nelle grandi economie emergenti come l’India, l’Indonesia e il Brasile, la rallentata crescita del PIL e le pressioni inflazionistiche presenti in queste economie emergenti dovrebbero suggerire una certa cautela per l’anno in corso”.
Il 65% dei consumatori globali afferma che non è un buon momento per gli acquisti, un punto percentuale un più rispetto al trimestre precedente. “Complessivamente, le spese voluttuarie dei consumatori rimarranno limitate e caute nella prima metà del 2012 – ha indicato Bala – Nonostante i consumatori si sentano più tranquilli circa la propria condizione finanziaria per l’anno in corso, vi è comunque una certa riluttanza a spendere, soprattutto in occidente; le tensioni in aumento in Medio Oriente e il loro impatto sul costo della benzina potrebbero far aumentare le preoccupazioni dei consumatori globali e ostacolare i loro piani di spesa”.
Particolarmente preoccupata è l’Europa, dove solo i consumatori della Germania sono relativamente ottimisti. “Nell’ultimo trimestre, la fiducia dei consumatori si è ridotta in 24 dei 27 Paesi europei presi in considerazione da Nielsen; l’impatto della crisi del debito nella regione, le preoccupazioni riguardanti l’Euro e l’incertezza politica ed economica di alcuni Paesi hanno avuto serie ripercussioni su tutta la regione e sui mercati finanziari internazionali – spiega Bala – Con l’entrata in recessione dell’Eurozona e l’introduzione di nuove misure di austerità che entreranno in vigore nelle principali economie europee all’inizio di quest’anno, le previsioni di creazione di posti di lavoro e di situazioni finanziarie migliori per la gente rimarranno deboli e vulnerabili per tutto l’anno”. Nel quarto trimestre dell’anno scorso, solo il 23% degli europei valutava le prospettive di lavoro come “buone/eccellenti”.
Mentre le prospettive di lavoro sembrano essere migliori per i tedeschi, dove più della metà (52%) degli intervistati ha indicato come “buone/eccellenti” le opportunità di trovare un lavoro (in aumento dell’11% anno su anno), le prospettive di trovare un lavoro rimangono scarse per i mercati dell’Europa meridionale colpiti dalla recessione quali Italia, Grecia e Spagna.