La sola parola “sconto” è in grado di alterare la percezione dell’acquirente verso l’effettiva convenienza di un prodotto; lo dimostrano ormai anni di ricerche di psicologia del consumo. Molto spesso, però, dietro i saldi si nascondono vere e proprie insidie e la dinamica si capovolge: ad approfittarne sono proprio i rivenditori. Ecco un esempio di come vanno le cose.
Il Centro Tutela Consumatori Utenti di Bolzano, lo scorso 13 dicembre, ha rilevato i prezzi di 166 elettrodomestici e 152 elettronica di consumo (in totale 318 prodotti) di un grande magazzino specializzato a Bolzano. L’11 gennaio 2012 è tornato nello stesso punto vendita per verificare la situazione dei saldi.
I risultati non sono stati molto confortanti: ben 64 dei 318 prodotti controllati non erano più in vendita l’11 gennaio. Dei restanti 254 prodotti, 10 avevano un prezzo maggiore e 67 minore: l’aumento medio è stato del 17,1% per gli elettrodomestici e del 16,4% per l’elettronica; la diminuzione è stata rispettivamente del 15,4% e 9,5%.
Ad esempio le bilance digitali da cucina costavano il 13% in meno e il prezzo dei navigatori era il 5,8% più basso, mentre i riproduttori portatili A/V, tipo iPod, costavano in media lo 0,4% in più.
Per quanto riguarda i televisori LCD/LED, il CTCU ne ha presi in considerazione 42 modelli che, a dicembre 2011, costavano in totale 35.359,89 euro: a gennaio il prezzo totale era sceso di quasi 1.400.000 euro (pari al 4%) per un totale di 33.962,50, ma il prezzo di 4 articoli era aumentato. Dei 23 modelli in sconto, la maggior parte erano televisori con tecnologia non più attuale.
Passando alle lavatrici, il CTCU ne ha controllati 50 modelli che a dicembre costavano in totale 37.400,00 euro; a gennaio lo sconto complessivo è stato del 3%, pari a 1.106,86 euro, con 2 articoli aumentati e 14 diminuiti.
“Se si guarda al singolo prodotto – dichiara Walther Andreaus, direttore del CTCU – l’offerta può anche essere valutata come conveniente. Ma i ragionamenti vanno fatti sul campionario complessivo: e come abbiamo visto nel caso dei televisori, la parte di rinuncia al guadagno del punto vendita esaminato è di rilevanza davvero limitata. Il periodo dei saldi viene strumentalizzato per smerciare i fondi di magazzino, poco gettonati fra i clienti, e guardando i risultati il caso concreto appare un esempio lampante. In sintesi – conclude Andreaus – se si vuole che i saldi siano davvero tali, le offerte devono essere più sostanziose e soprattutto coinvolgere un maggior numero di prodotti”.


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