Corte Costituzionale boccia referendum elettorali
La Corte Costituzionale ha bocciato i referendum sulla legge elettorale, dichiarati inammissibili. No al quesito che chiedeva l’abolizione totale del “Porcellum”, no a quello che prevedeva l’abrogazione delle singole disposizioni.Si legge nella nota diramata oggi: “La Corte costituzionale, in data 12 gennaio 2012, ha dichiarato inammissibili le due richieste di referendum abrogativo riguardanti la legge 21 dicembre 2005, n. 270 (Modifiche alle norme per l’elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica). La sentenza sarà depositata entro i termini previsti dalla legge”.
La bocciatura sta scatenando un putiferio politico, anche perché la richiesta di abrogare la legge elettorale vigente era stata firmata da un milione e 200 mila persone. Il Comitato promotore ha fatto sapere che “la nostra battaglia per il sistema maggioritario e per la democrazia in Italia continuerà e non si ferma di certo adesso”.
Particolarmente critico il commento dell’Aduc: “Con la odierna bocciatura dei due referendum elettorali da parte della Corte Costituzionali, è più che mai d’attualità riproporre un problema che avevamo già sollevato nel 2009, facendo depositare in Senato due disegni di legge, perché il giudizio di ammissibilità della Corte Costituzionale sia espresso prima della raccolta firme e per l’abolizione del quorum del 50%+1 degli aventi diritto”. L’associazione sostiene che negli ultimi anni tutti i referendum “risultati scomodi” non sono stati ammessi.
“I referendum bocciati oggi – afferma l’Aduc in una nota – avrebbero dato fastidio all’attuale e complessivo assetto di potere delle Camere, basato sulle scelte dei capi di partito e non direttamente degli elettori. Si dica chiaramente che i referendum non sono armonizzabili col nostro sistema di governabilità e si abbia la capacità di abrogare le leggi di attuazione (lasciando inattuato lo specifico articolo costituzionale che li prevede), ma non si continui in questo gioco al massacro. Ne va della credibilità delle istituzioni verso se stesse e verso coloro che dovrebbero dar loro sostanza, gli elettori”.
Rispetto per la decisione, ma rammarico per quanto accaduto viene espresso da Cittadinanzattiva, che per voce di Antonio Gaudioso, vice segretario generale dell’associazione co-promotrice della campagna referendaria,c ommenta: “Le decisioni della Corte costituzionale si accolgono con il massimo rispetto, non possiamo però nascondere di essere davvero dispiaciuti perché i cittadini non avranno l’opportunità di esprimersi direttamente su una legge elettorale che mortifica la democrazia e il diritto di voto e che dovrà comunque essere modificata per garantire la possibilità di scegliere i propri candidati e la coalizione di governo”.
“Dalle prime indiscrezioni che circolano in queste ore, apprendiamo che la Corte formulerà al Parlamento un invito a modificare in ogni caso la legge Calderoli – ha quindi concluso Gaudioso – Siamo soddisfatti per questo e ci auguriamo pertanto che le Camere prendano sul serio sia gli indirizzi della Corte che l’orientamento generale della popolazione italiana”.