Olio extra vergine locale, conoscerlo e amarlo. Il caso delle Marche
“Le Marche contribuiscono in minima parte alla produzione nazionale di olio extravergine di oliva, ma vantano una grande varietà genetica e qualità di prodotto. Per questo è necessario agire direttamente sui consumatori aiutandoli ed educandoli nell’acquisto dell’olio del territorio”. E’ quanto ha dichiarato Bruno Olivi, Presidente del Movimento Difesa del Cittadino delle Marcheaprendo il convegno “La produzione e commercializzazione dell’olio extra vergine di oliva” organizzato dalla associazione a tutela dei consumatori e dal Comune di Offagna.
L’iniziativa rientra nel progetto “Informare, Educare e Assistere i consumatori nell’acquisto di prodotti alimentari” promossa dalla Regione Marche e finanziata dal Ministero dello Sviluppo Economico. L’evento si e’ svolto lo scorso 16 dicembre nella Sala del Consiglio dell’omonimo comune.
Il convegno ha previsto gli interventi delle autorità istituzionali coinvolte e prestigiose relazioni tecniche sul tema della qualità e commercializzazione dell’olio extra vergine di oliva locale. Da Barbara Alfei, capo panel dell’ASSAM (Agenzia Servizi Settore Agroalimentare delle Marche) a Evasio Sebastianelli, Presidente Aspea(Azienda Speciale per lo sviluppo della pesca e dell’agricoltura della Camera di Commercio di Ancona) e Direttore generale regionale Cia (Confederazione Italiana Agricoltori) , dal Prof. Rodolfo Santilocchi, Preside della Facoltà di Agraria Università Politecnica delle Marche a Ernesto Corradetti, Dirigente Dipartimento ARPAM (Agenzia Per La Protezione Ambientale Delle Marche ) di Ascoli Piceno.
“I consumatori giocano un ruolo chiave – ha detto Olivi – a loro deve andare l’educazione all’assaggio, sull’etichettatura come sul possibile giusto prezzo da attribuire all’olio extra vergine di oliva. Sembra tutto facile, ma non è così. Se fosse facile non ci sarebbero prezzi così sconvolgenti al supermercato, fin troppe volte inferiori ai 2 euro, sapendo cosa vi è dietro al duro lavoro di chi produce. E allora l’unica soluzione sono i consumatori da qualificare sempre più con opera di informazione ed educazione”.
Determinante anche il ruolo del produttore che secondo Barbara Alfei, capo Panel Assam Regione Marche – “deve imparare a realizzare un olio migliore stimolando il consumatore, il quale deve conoscere l’olio spendendo qualcosa di più in merito alla sua qualità salutistica, merceologica e sensoriale”. In una regione come le Marche diventa pertanto essenziale “Rilevante è la valorizzazione degli oli monovarietali basandosi su fattori quali l’identità genetica, il legame indissolubile con ambiente, con la storia, la cultura e la tradizione. Senza dimenticare la diversificazione della produzione e l’utilizzo in gastronomia”.
Al centro dell’evento, quindi, il concetto di qualità di un prodotto importante come l’extra vergine di oliva. Una qualità che da circa un anno ha a disposizione uno strumento in più per la sua definizione, ovvero il livello dei famosi alchil esteri ribattezzati EMEAG. Ernesto Corradetti dell’Arpam ha infatti presentato i nuovi dati sulle analisi sugli oli prelevati in frantoi e supermercati rilevando il discostamento o meno dalla normativa (Reg. 61/2011) che fissa il livello massimo di EMEAG a 75 mg/kg o 150 e superiore a 75 con un rapporto esteri etilici/esteri metilici inferiore o uguale a 1,5. La situazione sembra migliorata e porta alla conclusione che “La qualità e la sicurezza nella produzione degli alimenti viaggiano sempre insieme, dalla produzione della materia prima alla sua trasformazione, dalla conservazione al consumo. la qualità dell’olio extra vergine di oliva prelevato in frantoio è migliorabile tramite l’informazione e la sensibilizzazione al piccolo imprenditore e al consumatore. La qualità dell’olio prelevato sul mercato, invece, essendo condizionata dal profitto, può essere migliorata tramite controlli istituzionali più frequenti e specifici e tramite l’intervento del legislatore, come per esempio è stato fatto per gli EMEAG”.
A livello istituzionale è intervenuta Carla Virili, assessore della Provincia di Ancona e presidente dell’associazione Amici Città dell’olio, secondo la quale “un settore, quello della produzione di oli, che deve essere particolarmente sostenuto per attivare un’attesa e necessaria ripartenza. Il sindaco del Borgo medioevale, Stefano Gatto, ha sottolineato l’importanza dell’appuntamento, considerato che il territorio del nostro Comune ben si presta alla coltivazione dell’olivo. Il clima, l’aria collinare e la conformazione del terreno favoriscono una produzione dell’olio molto apprezzata. In chiusura, l’assessore alle Attività produttive del Borgo medioevale, Filippo La Rosa ha suggerito di costruire una rete tra gli agricoltori per incrementare la produttività. “La riqualificazione di questo settore – ha detto – deve collegarsi con il turismo, offrendo un’occasione preziosa per l?uscita dalla crisi economica. Nello specifico, l’olio di Offagna potrebbe essere riconosciuto come prodotto tipico del territorio”.
A cura di Silvia Biasotto