Roma ha superato i limiti di inquinamento atmosferico e si affida alle targhe alterne. Secondo l’Arpa, negli ultimi giorni, la capitale ha sforato i limiti fissati per il particolato (pm10) e per il biossido di azoto (NO2). Ad esempio, domenica 27 novembre, in alcune zone della città si sono registrati livelli di pm10 sui 78 microgrammi per metro cubo e il limite massimo è 50. E il biossido di azoto ha raggiunto 213/200 microgrammi per metrocubo.
Il Comune ha stabilito che giovedì, 1° dicembre, le targhe dispari restano ferme e possono circolare solo le pari. Dallo stop sono esentati gli autoveicoli di categoria “euro 5” ed i motocicli “euro 3”. E se i livelli di smog resteranno elevati, il provvedimento delle targhe alterne sarà esteso anche a venerdì 2 dicembre, con divieto di circolazione per le targhe pari, incluso lo zero.
Anche nel corso delle targhe alterne la fascia verde cittadina continuerà ad essere interdetta ai veicoli più inquinanti dalle 7.30 alle 20.30; tale provvedimento sarà vigente anche oggi, 29 novembre. Sul sito del Dipartimento Tutela Ambiente e del Verde – Protezione Civile c’è l’ordinanza di divieto ai veicoli più inquinanti, che include anche le limitazioni previste per la temperatura degli impianti di riscaldamento delle abitazioni.
L’assessore all’ambiente del Comune di Roma, Marco Visconti ha annunciato che “il Campidoglio predisporrà un aumento della vigilanza urbana per garantire i controlli e la fluidificazione del traffico, in particolare negli orari di avvio e di conclusione del provvedimento”.
Il Codacons è critico rispetto all’azione del Comune e rilancia: “Se il Comune vuole tornare alle targhe alterne, deve prevedere anche incentivi per chi utilizza i mezzi pubblici. L’amministrazione capitolina deve studiare misure per spingere i cittadini a lasciare a casa l’auto e utilizzare bus, tram e metro, specie nel periodo natalizio – spiega il Presidente del Codacons Carlo Rienzi – Suggeriamo pertanto al sindaco Alemanno di istituire delle happy hour del trasporto pubblico, ossia intere ore, specie nei week-end, in cui gli utenti possono utilizzare gratuitamente i mezzi pubblici. Così facendo – conclude Rienzi – si otterrebbero vantaggi sia sul fronte dell’inquinamento, sia su quello del traffico, con enormi benefici per la città e per i cittadini”.
Anche l’Adoc critica la decisione del Comune di Roma: una misura dannosa per i cittadini e non risolutiva per la salubrità ambientale. “Le targhe alterne sono una misura medievale, iniqua e dannosa per i cittadini, oltre che assolutamente inutile ai fini della tutela dell’ambiente – dichiara Carlo Pileri, Presidente dell’Adoc – serve solo a rimpinguare le casse comunale con un gettito extra derivante dalle multe inflitte ai trasgressori. E’ inaccettabile che i cittadini debbano subire questa tassazione indiretta, senza alcun miglioramento per il pur sentito problema dell’inquinamento, che non crediamo possa risolversi con questa misura”.
Secondo l’Adoc bloccare l’uso del veicolo rappresenta un cospicuo esborso per il consumatore, mantenere un’auto costa circa 20 euro al giorno.
L’Associazione non comprende, inoltre, la decisione di fermare la circolazione anche delle vetture Euro 4 che, durante le giornate a targhe alterne precedentemente fissate, potevano liberamente circolare. “Perché questa disparità di trattamento, considerato anche che la commercializzazione obbligatoria delle Euro 5 è iniziata solo lo scorso gennaio?” si chiede l’Adoc. “In questo modo chi ha acquistato un’auto Euro 4 lo scorso anno, certo di poterla utilizzare anche in queste occasioni, subisce gravi danni sia diretti, connessi al mancato utilizzo della propria automobile, sia indiretti dato che il proprio mezzo subisce una forte svalutazione”.
Si chiede al Comune di rendere gratuiti i parcheggi blu per tutta la giornata, perché chi non può circolare non può essere costretto anche a pagare la sosta forzata. Inoltre, si chiede che tutte le assicurazioni in scadenza nei giorni delle targhe alterne vengano prorogate, dato il mancato utilizzo dell’auto. Infine, si invita il Comune a far circolare liberamente anche tutte le vetture con regolare Bollino Blu, un attestato di rispetto dei limiti delle emissioni inquinanti e quindi in regola con le normative ambientali vigenti in materia. “Altrimenti a cosa serve pagare 15 euro l’anno per dimostrare che il proprio mezzo rispetta l’ambiente e poi non poterlo utilizzare? – conclude Pileri – Tanto vale allora seguire l’esempio del Piemonte, che dallo scorso settembre ha abolito l’obbligo del Bollino Blu per le auto Euro 3, 4 e 5, dato che, secondo il Presidente Cota, l’obbligo era inutile, anche alla luce dell’introduzione dell’obbligo della revisione biennale e la commercializzazione di vetture sempre meno inquinanti”.


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