Istat: a settembre vendite al dettaglio in crescita. Consumatori: dato atteso ma deludente (Foto Pixabay)

A settembre le vendite al dettaglio segnano una crescita dell’1,2% sia in valore, sia in volume, nel confronto col mese precedente. Su base tendenziale, dunque nel confronto annuale, le vendite al dettaglio aumentano dello 0,7% in valore e dello 0,3% in volume.

Le vendite dei beni alimentari sono in crescita dello 0,6% in valore e calano dello 0,6% in volume, mentre quelle dei beni non alimentari aumentano sia in valore sia in volume (rispettivamente +0,7% e +0,9%).

Sono i dati diffusi oggi dall’Istat, che commenta: “A settembre 2024, rispetto al mese precedente, le vendite al dettaglio sono in crescita sia in valore sia in volume per entrambi i settori merceologici. Su base annua si evidenzia una variazione positiva per le vendite dei beni non alimentari, mentre per il comparto alimentare è in aumento solo il valore delle vendite. Tra le forme distributive, si registra un incremento per la grande distribuzione e per il commercio online; sono in flessione, invece, le  vendite delle imprese operanti su piccole superfici e quelle al di fuori dei negozi”.

Andamenti diversi segnano i beni non alimentari. L’aumento maggiore riguarda Elettrodomestici, radio, tv e registratori (+4,4%), mentre registrano il calo più consistente Cartoleria, libri, giornali e riviste (-2,5%). Nella grande distribuzione, i discount di alimentari segnano un aumento del 2,8%, più 3% nel confronto annuale gennaio-settembre 2024 sul 2023.

Consumatori: ancora tagli per i consumi alimentari

Le associazioni dei consumatori sottolineano che il dato è nel complesso atteso ma deludente.

Secondo il Codacons le vendite al dettaglio “continuano a risentire dell’onda lunga del caro-prezzi che ha investito alcuni comparti nel nostro Paese”.

«Per i beni alimentari la forbice tra valori e volumi delle vendite continua ad essere ancora estremamente ampia – afferma il presidente Codacons Carlo Rienzi – Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, infatti, il commercio alimentare segna un incremento in valore del +0,6% cui fa da contraltare un calo in volume del -0,6%. Se si estende lo sguardo all’intero 2024, le vendite del comparto scendono addirittura del -1% rispetto allo stesso periodo del 2023. I numeri dimostrano purtroppo come l’onda lunga del caro-prezzi continui ad avere effetti sui comportamenti di spesa degli italiani, portandoli a tagliare i consumi alimentari e spingendo le famiglie sempre più verso i discount, esercizi che segnano la più forte crescita delle vendite nel 2024, pari al +3% su base annua».

Dati deludenti, nonostante segnali di miglioramento, secondo Assoutenti. Si conferma la tendenza negativa della spesa delle famiglie. Commenta il presidente Gabriele Melluso: «La buona performance fatta registrare dalle vendite a settembre, che segnano una crescita mensile sia in valore che in volume, non basta a colmare il gap con il passato. Nell’intero 2024 il commercio registra infatti una contrazione dei volumi delle vendite del -0,7%, che raggiunge il -1% per gli alimentari. Questo significa che, al netto dell’inflazione, le vendite alimentari scendono nel complesso in Italia per 1,6 miliardi di euro rispetto al 2023. Gli italiani in sostanza continuano a contrarre gli acquisti anche per beni primari come il cibo».

I dati, seppur positivi, sono per il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori Massimiliano Dona “un rimbalzo atteso” e un “rialzo scontato”. «Per quanto riguarda il confronto con settembre 2023, a fronte di un andamento complessivamente in crescita, comunque non certo esaltante visto che siamo sempre allo zero virgola, persiste la dieta forzata degli italiani che in quantità mangiano lo 0,6% in meno rispetto allo scorso anno», conclude Dona.


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