Caro olio, Federconsumatori: prezzi a più 20% in un anno per l’extravergine di oliva (Foto Pixabay)

Simbolo e ingrediente della dieta mediterranea, l’oro verde pesa sempre di più nel carrello della spesa. Pesa per il fattore prezzo e per il caro olio, che si fa sentire soprattutto sull’extravergine. L’olio extravergine di oliva solo nell’ultimo anno è rincarato di oltre il 20% e secondo Federconsumatori ha un prezzo medio di quasi 12 euro al litro. Impietoso il confronto con il 2021: il rincaro è del 52% su un prezzo che allora era di circa 7,90 euro/litro. Ma quest’anno sono aumentati anche i prezzi di altri oli, come quello di girasole (più 2%), quello di arachidi e l’olio di semi di mais (più 9% sul 2023) già soggetti a forte tensioni di prezzo per questioni geopolitiche e blocchi del commercio. Sul caro olio si sofferma l’analisi di Federconsumatori che teme un rialzo non solo sul prezzo dell’olio dell’anno passato, ma che sui prezzi attuali.

Saltano all’occhio i prezzi dell’olio extravergine di oliva

Gli ultimi dati sull’inflazione evidenziano un rallentamento a più 1,1%, con un aumento dei prezzi del settore alimentare dello 0,9% rispetto allo scorso anno.

Spiega Federconsumatori: “Tra gli scaffali di supermercati ed alimentari, però, c’è un prodotto di prima necessità i cui cartellini saltano all’occhio per il particolare aumento di prezzo registrato: si tratta dell’olio extravergine d’oliva che, non a caso, si è meritato il soprannome di ‘oro verde’”.

Il monitoraggio dell’associazione evidenzia che, rispetto al 2023, il prezzo di 1 litro d’olio extravergine d’oliva è aumentato in media del 20%, ma con picchi anche oltre il 50%. Rispetto al 2021 l’aumento medio è del 52%.

Sulla produzione di olio e sui prezzi si fa sentire la crisi climatica.

“A incidere sull’andamento del prezzo, secondo quanto affermano i produttori, è il forte calo previsto sul fronte della produzione, dovuto alle condizioni e agli eventi climatici – spiega Federconsumatori – Ma, se da un lato le basse precipitazioni, unite alle alte temperature, hanno ridotto di produzione di olive anche del 50%, dall’altro si è creato quest’anno un clima ottimale per la produzione di un olio extravergine di oliva di alta qualità. Non è stata rilevata, infatti, la presenza della mosca dell’olivo (Bactrocera oleae), che determina un aumento dell’acidità libera, causa della riduzione della qualità del prodotto. Il fattore qualità e il calo produttivo, quindi, gravano notevolmente sui prezzi (specialmente per quanto riguarda le produzioni da olive italiane e quelle non industriali), ma, nei fatti, su quelli della nuova annata”.

Il timore diffuso è che ci sia un aumento anche dei prezzi attuali dell’olio.

Il peso delle frodi, livelli record nella Ue

È un settore complesso sul quale pesano anche le preoccupazioni su frodi e sofisticazioni.

Il forte aumento di prezzo dell’olio extravergine d’oliva, ricorda Federconsumatori, “aumenta la possibilità di imbattersi in truffe e abusi. Un’altra possibile conseguenza di questo andamento è l’abuso della pratica di allungamento del prodotto nazionale con olio proveniente da altri paesi o la miscelazione con olio vegetali di minore qualità, o con olio dell’annata passata: tutte pratiche che ridurrebbero notevolmente la qualità dell’olio”.

Il picco nel prezzo dell’olio d’oliva, più che raddoppiato dal 2018, si collega alla crisi climatica, all’impatto di condizioni meteo estreme e a un conseguente calo di produzione evidente soprattutto in Spagna.

Secondo un approfondimento del the Guardian della scorsa estate, nel primo trimestre di quest’anno l’Unione europea ha registrato “un numero record di potenziali frodi e casi di etichettatura errata nell’olio d’oliva”.

Con l’aumento dei prezzi, spiega l’approfondimento, è aumentato anche il numero di “notifiche transfrontaliere dell’UE”, che includono etichettature errate, potenziali frodi e casi di sicurezza che coinvolgono oli contaminati”. The Guardian ha segnalato 50 casi potenziali solo nei primi tre mesi del 2024. Ci sono casi in cui l’olio extravergine di oliva è stato ritenuto adulterato, ad esempio perché mescolato con oli di qualità inferiore o più economici, casi di etichettature di extravergine per il solo olio vergine ed etichettature fuorvianti.


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