Cresce l’agricoltura biologica in Italia: nuovo traguardo per un Paese leader in Europa
Nel 2023 l’Italia ha destinato 2,5 milioni di ettari all’agricoltura biologica con un aumento del 4,5% rispetto all’anno precedente e 106mila ettari in più dedicati al biologico
L’agricoltura biologica in Italia continua a crescere, consolidando il ruolo del paese leader nell’Unione Europea per la quota di Superficie Agricola Utilizzata (SAU) destinata al biologico, e per il numero di aziende biologiche. I dati emergono dal rapporto “Bio in Cifre 2024”, presentato durante l’evento “Appuntamento con il Bio” con la partecipazione di AssoBio.
Nel 2023, l’Italia ha destinato 2,5 milioni di ettari all’agricoltura biologica, rappresentando il 19,8% della SAU nazionale. Questo segna un aumento del 4,5% rispetto all’anno precedente, con 106mila ettari in più dedicati al biologico. Questo incremento avvicina ulteriormente l’Italia all’obiettivo del 25% fissato dall’Unione Europea con la strategia “Farm to Fork” per il 2030, nell’ambito del Green Deal.
Le regioni in prima linea
Sei regioni italiane hanno già superato il traguardo del 25% di SAU biologica: Toscana (37,5%), Calabria (36,3%), Sicilia (30,7%), Marche (28,2%), Basilicata (27,6%) e Lazio (27%). Il Sud mantiene l’incidenza più elevata con il 58% del totale nazionale, ma si osserva un graduale riequilibrio della distribuzione geografica, con il Centro-Nord che ha quasi raddoppiato gli investimenti nel biologico negli ultimi dieci anni. Le superfici destinate alle colture biologiche includono seminativi (42,1%), prati e pascoli (29,7%), colture permanenti (22,8%) e ortaggi (2,5%). La crescita maggiore è stata registrata nei prati, pascoli e colture industriali e foraggere.
Il numero di operatori nel settore biologico, invece, è cresciuto dell’1,8% rispetto al 2022, raggiungendo 94.441 unità. La maggior parte di essi (73,7%) sono produttori esclusivi, mentre i preparatori esclusivi rappresentano il 10,3%. La componente dei produttori/preparatori è quella cresciuta maggiormente (+3,5%), indicando una tendenza crescente verso l’integrazione delle attività di prima trasformazione nelle aziende, per trattenere una quota maggiore di valore aggiunto. Le regioni con il maggior numero di operatori sono la Sicilia (14.235), la Puglia (11.362) e la Calabria (10.396), tutte situate nel sud Italia.
Consumi domestici di prodotti biologici
I consumi domestici di prodotti biologici, attraverso il canale della GDO, hanno raggiunto i 3,8 miliardi di euro nel 2023, con un incremento del 5,2% rispetto al 2022.
Questo aumento è significativo rispetto alla dinamica generale degli acquisti di prodotti alimentari, cresciuti dell’8,1% in valore ma scesi dell’1,1% in quantità, evidenziando una minore spinta inflattiva per i prodotti biologici. La spesa per prodotti biologici è maggiore nel Nord-Ovest (33,9%) e minore nel Sud Italia e Sicilia (12,2%). Nord-Est e Centro Italia, insieme alla Sardegna, si attestano rispettivamente al 27,5% e 26,4%.
Nonostante i numeri incoraggianti, le aziende biologiche devono affrontare l’aumento dei costi di produzione, aggravato dagli eventi climatici avversi che hanno colpito diverse aree del Paese, complicando le operazioni agricole. Questo è particolarmente vero per le aziende biologiche che devono gestire pratiche agronomiche più onerose.
L’evento “Appuntamento con il Bio”
L’evento ha visto la partecipazione di numerosi ospiti, tra cui Luigi D’Eramo, sottosegretario all’Agricoltura, sovranità alimentare e foreste, e Fabio del Bravo, Dirigente ISMEA. Nicoletta Maffini, presidente di AssoBio, ha sottolineato l’importanza di nuovi stimoli e di un entusiasmo rinnovato per sostenere la produzione e i consumi nel settore biologico: “Il settore necessita di nuovi stimoli e di entusiasmo rinnovato, seppur i dati non siano negativi. Le Associazioni lavoreranno in sinergia per sostenere la produzione agricola e lo sviluppo dei consumi, anche attraverso azioni di comunicazione condivise. Le Istituzioni continueranno ad impegnarsi per un importante percorso di crescita del settore, che è un fiore all’occhiello del patrimonio agricolo italiano”.