Liste di attesa infinite in sanità, mobilitazione Codacons e Articolo 32
Nuova mobilitazione delle associazioni contro le liste di attesa infinite in sanità. Nel 2022 un terzo dei cittadini ha rinunciato a interventi sanitari per indisponibilità delle strutture e lunghe attese. E non tutti possono permettersi il privato
Il Codacons si mobilita contro le liste di attesa infinite. E rivendica: gli utenti hanno diritto al rimborso delle visite mediche eseguite privatamente. Nel 2022, secondo dati Eurispes, un terzo dei cittadini ha dichiarato di aver rinunciato a prestazioni o interventi sanitari per indisponibilità delle strutture sanitarie e liste di attesa troppo lunghe. Ma non tutti possono permettersi la sanità privata e i suoi costi.
Liste di attesa lunghe mesi e anni
Il tema della lunghe liste d’attesa è oggetto di crescente sgomento, e attenzione, da parte di opinione pubblica, associazioni e cittadini che si imbattono in liste di attesa di mesi e anni per visite ed esami diagnostici. Secondo un recente dossier di Federconsumatori, ci si può imbattere in un’attesa di 118 giorni in classe di Urgenza (72 ore) e 403 giorni in classe D (60 giorni) per un elettrocardiogramma. Servono mesi e mesi, 400, 600 e più, quindi anni, per molte visite specialistiche come quella cardiologica, endocrinologica, oculistica. Si arriva a 482 giorni per una mammografia bilaterale programmabile (che dovrebbe richiedere 120 giorni).
Liste di attesa e battaglia legale
Contro le liste d’attesa nella sanità pubblica oggi Codacons e Articolo 32 (associazione specializzata nella tutela del diritto alla salute) rilanciano la battaglia legale a favore degli utenti.
“Il problema delle attese eccessive per effettuare visite e analisi specialistiche non solo non è stato risolto nel nostro paese, ma addirittura è peggiorato, anche a causa della pandemia Covid – spiegano Codacons e Articolo 32 – Una situazione di grave crisi che spinge una fetta sempre più larga di cittadini a rivolgersi alla sanità privata, pagando di tasca propria le prestazioni: la conferma arriva dai numeri forniti dalla Ragioneria generale dello Stato, secondo cui la spesa sostenuta dagli italiani per prestazioni sanitarie private è passata dai 28,13 miliardi di euro del 2016 ai 37,16 miliardi del 2021, con una crescita del +32%”.
Chi non può permettersi di fare visite e interventi nelle strutture private è costretto a lunghe liste di attesa nella sanità pubblica e questo significa che rischia di veder peggiorare le proprie condizioni di salute – o rischia di non curarsi affatto.
Per sostenere i cittadini danneggiati dalle liste d’attesa nella sanità pubblica, Codacons e Articolo 32 “mettono a disposizione degli utenti un modulo attraverso il quale ottenere dalla propria Asl il rimborso del costo sostenuto per le prestazioni sanitarie eseguite presso professionisti e strutture private a causa dell’oggettiva impossibilità di effettuare le medesime prestazioni presso il Servizio Sanitario Nazionale, in considerazione di tempi di attesa eccessivi. Rimborso che rappresenta un diritto a fronte dell’evidente inadempimento da parte della P.A”.