Glifosato, Greenpeace: no al rinnovo dell’autorizzazione in Europa
Greenpeace si sta mobilitando con diverse iniziative per chiedere ai decisori politici di vietare l’utilizzo del glifosato nell’UE: “Preoccupante il silenzio delle autorità italiane”
“No al glifosato“: lo ribadisce Greenpeace, che si sta mobilitando con diverse iniziative per chiedere ai decisori politici di vietare il suo utilizzo. Proprio in questo periodo, infatti, la Commissione Europea e i rappresentanti dei governi nazionali stanno discutendo, al Comitato permanente per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi (SCoPAFF), il rinnovo dell’autorizzazione all’impiego dell’erbicida nell’Unione Europea, che scadrà il prossimo 15 dicembre.
Greenpeace Italia, nello specifico, ha lanciato una petizione per chiedere al governo Meloni di votare contro una nuova autorizzazione all’uso del glifosato, già rinnovata nel 2017.
“Come emerge da un documento interno – spiega l’organizzazione ambientalista in una nota – la Commissione europea sarebbe intenzionata a concedere un ulteriore rinnovo, nonostante gli effetti negativi sulla salute umana e sull’ambiente associati all’impiego del glifosato. Lo SCoPAFF potrebbe essere chiamato a votare già il prossimo 12 ottobre”.
“Ben oltre un milione di persone ha chiesto all’UE di vietare il glifosato già nel 2017 e stanno ancora aspettando una risposta. Silente anche il governo italiano, da cui ancora non è dato sapere come intende votare – dichiara Federica Ferrario, responsabile della campagna Agricoltura di Greenpeace Italia. – La salute pubblica e la tutela dell’ambiente vanno anteposti agli interessi privati di aziende come Bayer: questo pericoloso erbicida deve essere vietato una volta per tutte anche con il voto del nostro Paese”.
L’organizzazione ambientalista ha già manifestato il proprio dissenso a Roma, con iniziative al Colosseo e al Parco degli Acquedotti, per mostrare simbolicamente i potenziali effetti del glifosato sulla biodiversità e sugli ecosistemi, mentre a Berlino, insieme ad altri gruppi ambientalisti, Greenpeace Germania ha consegnato al ministero dell’Agricoltura tedesco la petizione contro il rinnovo firmata da migliaia di cittadini. Nuove proteste sono attese questo lunedì in Belgio.
Glifosato, le posizioni degli esperti
All’interno della comunità scientifica vi sono diversi pareri discordanti sulla pericolosità dell’erbicida.
Greenpeace Italia cita la posizione dell’Efsa, che lo scorso luglio ha reso nota la sua valutazione del rischio sul glifosato, riscontrando allo stesso tempo l’assenza di “aree critiche di preoccupazione” e “lacune dei dati”. Ma cita anche quella dello Iarc, che nel 2015 aveva invece classificato il glifosato come «probabilmente cancerogeno per gli esseri umani». Numerosi studi indipendenti, inoltre, hanno evidenziato diversi effetti negativi del glifosato sull’ambiente e sulla salute umana.
Questa settimana – segnala Greenpeace – un nuovo rapporto di Générations Futures ha rilevato che l’EFSA e l’ECHA (l’Agenzia europea per le sostanze chimiche), nelle loro valutazioni, non hanno tenuto conto di una serie di studi scientifici sugli effetti negativi del glifosato, mentre nel 2020 un rapporto consultivo scientifico del Consiglio Superiore di Sanità del Belgio ha concluso che esistono prove sufficienti per vietare l’utilizzo dell’erbicida.
Cosa ne pensano i cittadini?
Intanto il Pesticide Action Network Europe ha chiesto a IPSOS di condurre un sondaggio rappresentativo online in sei paesi: Danimarca, Francia, Germania, Polonia, Romania e Spagna.
I risultati completi saranno resi noti più avanti, ma secondo quanto emerso da una nota pubblicata nei giorni scorsi, circa due terzi (62%) degli intervistati ritiene che l’uso del glifosato dovrebbe essere vietato nell’UE, mentre il 14% dei cittadini è favorevole al suo utilizzo. Quasi 1 su 4 (24%) non si è espresso in merito.
In particolare, tra i 6 paesi, la Francia ha la percentuale più alta di cittadini (70,5%) favorevoli al divieto.
Glifosato, Greenpeace: preoccupante il silenzio delle autorità italiane
Secondo Greenpeace Italia, “la posizione favorevole della Commissione nei confronti del glifosato e il silenzio delle autorità italiane sono molto preoccupanti alla luce sia della letteratura scientifica esistente, sia della normativa dell’UE sui pesticidi”.
“Le decisioni sull’autorizzazione dei pesticidi devono rispettare il principio di precauzione – afferma l’organizzazione ambientalista – e garantire un elevato livello di protezione della salute umana e dell’ambiente. L’industria deve dimostrare che i prodotti immessi sul mercato non danneggiano la salute umana o animale o l’ambiente. In caso di incertezza sui rischi di danno, come nel caso delle conclusioni dell’EFSA, il diritto dell’UE e il principio di precauzione impongono alle autorità di regolamentazione di adottare misure di protezione, senza dover aspettare che i rischi diventino manifesti“.