Antibiotici, Ue: uso in calo ma manca ancora consapevolezza
Il 23% degli europei ha assunto antibiotici nell’ultimo anno. Il ricorso a questi farmaci diminuisce ma bisogna fare di più, dice la Commissione europea in occasione della Giornata europea per l’uso consapevole degli antibiotici
Diminuisce l’uso degli antibiotici nell’Unione europea ma bisogna fare di più. L’uso degli antibiotici ha raggiunto il minimo storico nell’ultimo anno (il 23% degli europei ha assunto questi farmaci negli ultimi 12 mesi) ma l’8% degli antibiotici è stato assunto senza prescrizione medica. E c’è ancora “una preoccupante mancanza di consapevolezza dei cittadini in merito all’uso appropriato degli antibiotici”.
È quanto evidenziato ieri dalla Commissione europea in occasione della Giornata europea per l’uso consapevole degli antibiotici che ricorre oggi. È una iniziativa annuale per la salute che si tiene il 18 novembre per sensibilizzare sulla minaccia rappresentata dalla resistenza antimicrobica e all’importanza di un uso prudente degli antibiotici. È coordinata dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie in collaborazione con la Settimana mondiale per l’uso consapevole degli antimicrobici (18-24 novembre).
La resistenza agli antibiotici, rischio per la salute
Un’indagine paneuropea sulla resistenza antimicrobica, dice la Commissione europea, mostra come la metà degli europei ritenga ancora, erroneamente, che gli antibiotici uccidano i virus. Al tempo stesso il 23% degli intervistati ha assunto antibiotici nel corso dell’ultimo anno, la percentuale più bassa dal 2009. Bisogna però fare di più anche in termini di consapevolezza.
La resistenza antimicrobica rappresenta uno dei maggiori rischi per la salute umana.
Secondo i nuovi dati del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), in tutta l’Unione europea, in Islanda e in Norvegia ogni anno si registrano più di 35 000 decessi dovuti a infezioni resistenti agli antibiotici. L’impatto sulla salute della resistenza antimicrobica è paragonabile a quello dell’influenza, della tubercolosi e dell’HIV/AIDS messi insieme.
Queste infezioni comportano costi supplementari di 1,5 miliardi di € a carico dei sistemi sanitari e perdite di produttività nell’UE.
«Vediamo aumenti preoccupanti nel numero di decessi attribuibili a infezioni da batteri resistenti agli antimicrobici, in particolare quelli che sono resistenti al trattamento antimicrobico di ultima linea – ha detto Andrea Ammon, direttore dell’ECDC – Ogni giorno, quasi 100 persone muoiono a causa di queste infezioni nell’UE/SEE. Sono necessari ulteriori sforzi per continuare a ridurre l’uso non necessario di antimicrobici, migliorare le pratiche di prevenzione e controllo delle infezioni, progettare e attuare programmi di gestione antimicrobica e garantire un’adeguata capacità microbiologica a livello nazionale».
Gli europei e gli antibiotici
Un Eurobarometro speciale offre una panoramica dell’atteggiamento degli europei nei confronti degli antibiotici. Uno dei dati che emerge è che l‘uso di antibiotici ha raggiunto un minimo storico: il 23% degli europei dichiara di aver assunto antibiotici per via orale nell’ultimo anno, la percentuale più bassa dal 2009. Questo valore varia però dal 42% a Malta al 15% in Svezia e in Germania. In Italia nell’ultimo anno ha assunto antibiotici sotto forma di compresse, polvere o sciroppo il 27% della popolazione.
Circa l’8% degli antibiotici in Ue è stato assunto senza prescrizione medica. Un numero molto elevato di europei, dice Bruxelles, ha assunto antibiotici senza un valido motivo (vale a dire per curare infezioni virali o solo per semplici sintomi).
L’indagine ha inoltre evidenziato «una preoccupante mancanza di consapevolezza dei cittadini in merito all’uso appropriato degli antibiotici», dice la Commissione europea. Solo la metà (50%) degli intervistati sa che gli antibiotici non sono efficaci contro i virus. Solo 3 europei su 10 sanno che l’uso non necessario di antibiotici li rende inefficaci, che l’assunzione di antibiotici dovrebbe cessare solo una volta completato l’intero ciclo di cura, che gli antibiotici spesso comportano effetti collaterali e sono inefficaci contro i raffreddori.