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Consumi, la ripresa c'è ma per i livelli pre-pandemia bisogna aspettare il 2023

Una ripresa dei consumi c’è. Ma non è per tutti. Ci sono attività che fanno fatica: per ristorazione, turismo e cultura la ripresa ancora non c’è e si tornerà ai consumi pre-pandemia solo nel 2023. Le famiglie poi sono in difficoltà, fra rincari delle bollette e prezzi in salita tendono a rinviare le spese non necessarie e, se possono, a risparmiare. Non c’è da esultare a breve.

Secondo l’Ufficio Studi Confcommercio, la ripresa c’è e i numeri del consuntivo consumi 2021 dicono che l’anno si chiuderà con una crescita del Pil del 6,2% e dei consumi del 5,1%. Non per tutti, però. Sono indietro a doppia cifra alberghi, ristorazione, tempo libero e cultura, ma anche abbigliamento.

«La nuova ondata pandemica, insieme a inflazione e caro energia, sta raffreddando consumi e ripresa economica», dice il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli.

 

infografica confcommercio
Confcommercio, Infografica consuntivo consumi 2021

 

Consumi, ripresa lenta per turismo, ristorazione e cultura

Ristorazione, turismo e cultura potranno recuperare i livelli pre-pandemia solo dal 2023. La ripresa sconta anche dei “rimbalzi statistici” quindi esprime segni positivi ma ci sono settori che non sono riusciti a riprendersi. La filiera turistica, la cultura e il tempo libero sono molto distanti dai valori del 2019. Secondo Confcommercio, gli alberghi registrano una perdita di consumi del 34,8% e la ristorazione del 27,3%; i servizi culturali e ricreativi sono in calo del 21,5%. Ci sono anche altri comparti con cali a doppia cifra, come i trasporti (-16%) e l’abbigliamento e le calzature (-10,5%).

«È evidente – dice il direttore dell’Ufficio Studi, Mariano Bella – che il recupero prosegue più lentamente del previsto e per i consumi, in calo del 7,3% rispetto al 2019, il completo ritorno ai livelli pre-pandemici non avverrà prima del 2023. Per una ripresa più robusta – prosegue –bisognerà attendere condizioni macroeconomiche più favorevoli, anche perché la nuova ondata pandemica, con le conseguenti restrizioni e, soprattutto, l’accelerazione inflazionistica innescata dai prezzi delle materie prime, rischiano di bloccare l’ampio potenziale di consumo delle famiglie italiane».

Consumatori: famiglie in difficoltà per caro bollette e prezzi

I Consumatori sanno che le famiglie sono in difficoltà. Dice il presidente del Codacons Carlo Rienzi: «La crescita dei consumi del +5,1% nel 2021 appare ancora insufficiente, e sulla spesa degli italiani nel 2022 pesa il dramma delle bollette e del caro-prezzi. La situazione attuale rappresenta una zavorra pesantissima per la ripresa economica dell’Italia, perché l’incremento di prezzi e tariffe da un lato frena la spesa, dall’altro erode il potere d’acquisto degli italiani impoverendo una larga fetta di popolazione».

C’è un prima e un dopo la pandemia anche per i consumi. Nonostante il più 5,1% del 2021, sono ancora inferiori di oltre il 7% al 2019 e il ritorno ai livelli pre-Covid non avverrà prima del prossimo anno. Per il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori Massimiliano Dona sono dati preoccupanti.

«Purtroppo non bastano le riaperture delle attività per risolvere il problema. Se la fine del lockdown è una precondizione necessaria per uscire dalla crisi, non è però sufficiente – dice Dona – Il ritorno alla normalità non risolve il fatto che le famiglie sono ormai in grande difficoltà. I consumi sono al palo perché la condizione economica delle famiglie è peggiorata durante la pandemia e quindi quelli non strettamente necessari continuano a essere rinviati. Il caro bollette di luce e gas e il decollo dei prezzi sta aggravando una situazione già compromessa. Se non si frena subito l’inflazione, il potere d’acquisto scenderà con ulteriori pesanti ripercussioni sui consumi. Serve anche una politica dei redditi e un sistema fiscale che sostenga i ceti meno abbienti».


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