
Boschi e foreste, importante infrastruttura verde ma in Italia costantemente a rischio
Boschi e foreste, grande infrastruttura verde ma sempre a rischio
Boschi e foreste sono l’infrastruttura verde più importante d’Italia ma sono costantemente a rischio, denuncia Legambiente. Nel 2021 sono andati in fumo per i roghi oltre 158 mila ettari di territorio boscato (e sono dati parziali)
Boschi e foreste sono minacciati dai cambiamenti climatici e dalla perdita di biodiversità, dall’aumento di incendi e di eventi estremi, dalla mancata gestione sostenibile. Servono risorse da investire a tutela dei boschi e delle foreste d’Italia, bisogna destinare a riserva integrale almeno il 10% delle foreste protette, serve tutelare il 30% del territorio nazionale e creare più foreste urbane. Sono i temi al centro del Forum nazionale di Legambiente “La Bioeconomia delle Foreste: conservare, ricostruire, rigenerare”.
Boschi e foreste, l’infrastruttura verde più importante d’Italia
Boschi e foreste con quasi 11 milioni di ettari, pari a un terzo dell’intero territorio nazionale, «rappresentano l’infrastruttura verde più importante d’Italia, una straordinaria ricchezza ambientale e naturalistica che cresce in termini di superficie occupata e valore ecologico: eppure, scarsa consapevolezza sociale, inadeguato utilizzo delle risorse e abbandono colturale mettono costantemente a rischio i nostri boschi ed ecosistemi forestali», dice Legambiente.
Una dimostrazione di tutto questo sono gli incendi che, solo nell’estate 2021 hanno mandato in fumo oltre 158 mila ettari di territorio boscato in una delle peggiori stagioni degli ultimi decenni, con l’87% dei roghi concentrato in tre regioni, Sicilia, Sardegna e Calabria. E sono dati ancora incompleti e non ufficiali.
Degli ettari di bosco e foreste devastati dagli incendi, 40 mila ricadono poi in aree tutelate dalla Rete Natura 2000, colpite da 510 roghi.
A centro del Forum su boschi e foreste ci sono allora il ruolo strategico che nuove foreste (urbane e non) possono ricoprire nel contrasto alla crisi climatica, anche alla luce degli impegni declamati alla Cop26 di Glasgow su nuove piantumazioni e inversione della deforestazione globale entro il 2030, e una gestione forestale sostenibile che tenga conto della multifunzionalità del nostro patrimonio naturale.
Boschi e foreste e prodotti deforestation-free
C’è poi spazio per valutare l’ultimo passo dell’Europa in tema di lotta alla deforestazione. La Commissione europea ha appena deciso di puntare a prodotti deforestation-free, di limitare le importazioni di materie prime legate alla deforestazione e di rafforzare la tracciabilità dei prodotti di origine forestale immessi nel mercato europeo. 7
In questa direzione andavano le richieste dei cittadini europei che lo scorso anno si sono mobilitati con la campagna #Together4Forests, promossa per chiedere una normativa europea che impedisse la circolazione di qualsiasi tipo di prodotto legato alla deforestazione, alla distruzione della natura e alle violazioni dei diritti umani.
Da tenere in considerazione anche il tema del prelievo indiscriminato di alberi dal legno pregiato e il commercio internazionale di legno illegale, che vale un giro d’affari di oltre 100 miliardi di euro l’anno.
Spetta anche all’Italia, dice Legambiente, «mettere in atto sistemi di controlli per impedire che il nostro sistema industriale venga coinvolto anche incidentalmente in fenomeni illegali di commercializzazione di prodotti che causano deforestazione».

Boschi e foreste, ecco cosa serve all’Italia
«Ecosistemi sani e foreste resilienti aiutano a mitigare gli effetti della crisi climatica e migliorano qualità della vita e benessere dei cittadini: per il decennio 2020/30 l’Italia deve elaborare una proposta coerente con gli obiettivi europei sulla biodiversità, prevedendo ad esempio di tutelare il 30% del territorio nazionale e almeno il 10% in maniera rigida – dice il presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani – O ancora, una pianificazione strategica per aumentare il verde e ridurre le emissioni in città, responsabili di circa il 70% delle emissioni di anidride carbonica sul Pianeta. Si tratta di obiettivi d’interesse globale che recano benefici locali e che, se ben pianificati, sono senz’altro conciliabili con la missione del PNRR che dovrà sostenere innovazione tecnologica e ricerca e garantire una gestione sostenibile del nostro patrimonio forestale».
Fra le proposte di Legambiente per conservare e rigenerare boschi e foreste, c’è la necessità di mantenere gli ecosistemi sani per frenare il cambiamento climatico; aumentare il territorio protetto; realizzare un sistema di monitoraggio, ricerca e conoscenza degli ecosistemi forestali.
Ancora: bisogna prevenire i rischi naturali e ridurre le minacce per le foreste; creare foreste urbane per rigenerare le città e combattere la crisi climatica; sostenere la bioeconomia circolare e finanziare la biodiversità e le infrastrutture verdi; contrastare il commercio illegale del legno e dei prodotti di origine forestale.
