Consumo di suolo in crescita, ISPRA: nel 2021 il valore più alto degli ultimi 10 anni

Consumo di suolo in crescita, ISPRA: nel 2021 il valore più alto degli ultimi 10 anni

Un suolo in buona salute è il fondamento del 95% degli alimenti di cui ci nutriamo, ospita più del 25% della biodiversità mondiale ed è il più grande serbatoio terrestre di carbonio del pianeta. Tuttavia, il 70% dei suoli nell’UE non è in buone condizioni. È quanto affermato dalla Commissione UE, che ha presentato oggi una nuova strategia UE per il suolo, parte integrante del Green Deal.

La strategia UE per la protezione del suolo

La strategia definisce, in particolare, un quadro con misure concrete per la protezione, il ripristino e l’uso sostenibile del suolo e propone una serie di misure, sia volontarie che vincolanti: l’obiettivo è quello di aumentare il carbonio nei terreni agricoli, combattere la desertificazione, ripristinare i terreni degradati e garantire che entro il 2050 tutti gli ecosistemi terrestri siano in buona salute.

Un nuovo atto legislativo sarà proposto entro il 2023 in seguito a una valutazione d’impatto e un’ampia consultazione dei portatori di interessi e degli Stati membri.

“Sebbene la strategia europea non contenga misure vincolanti per i Paesi Membri, siamo però molto soddisfatti del livello di ambizione degli obiettivi fissati dalla Commissione, e in particolare dell’impegno a presentare, entro il 2023, il testo di una legge europea sul suolo. Si tratta di una sfida storica, da tempo attesa e su cui la nostra associazione si è già impegnata promuovendo la petizione europea People4soil, che nel 2017 aveva raccolto 230.000 firme di sostegno”, dichiara Stefano Ciafani, presidente di Legambiente.

 

consumo di suolo

 

“Il titolo della strategia (Raccogliere i frutti dei suoli sani per le persone, il cibo, la natura e il clima) è già un programma se confrontato con la situazione critica che viene invece descritta subito dopo – commenta Legambiente. – Secondo la Commissione Europea tra il 60 e il 70% dei suoli europei versa in un cattivo stato di salute o affronta una condizione di degrado o perfino di desertificazione, e qualcosa come un miliardo di tonnellate di suolo si perdono ogni anno a causa dell’erosione, in gran parte dovuta a pratiche agricole intensive“.

Non solo, “ogni anno – prosegue l’associazione ambientalista – l’Europa cementifica suoli per una superficie pari a 40.000 ettari. Un dato inaccettabile anche alla luce del cattivo uso che viene fatto delle superfici già impermeabilizzate: a fronte di enormi aree dismesse, solo il 13,5% degli interventi di nuovo sviluppo urbano riguarda la riabilitazione di queste aree: la rigenerazione urbana continua ad essere uno slogan“.

Legambiente: l’Italia assuma un ruolo nella sfida europea

Secondo Legambiente la sfida di una Direttiva Europea sul suolo non sarà facile, per via “dell’aperta ostilità di alcuni Stati Membri ad una normativa vincolante sulla protezione del suolo”. Tuttavia sembra si stia delineando un fronte favorevole, palesatosi con una lettera inviata ai Commissari Europei dai Ministri dell’Ambiente e dell’Agricoltura di Portogallo, Belgio, Spagna, Cipro, Lituania, Lettonia, Bulgaria, Repubblica Ceca, Romania e Slovacchia.

“Sorprendentemente – commenta Legambiente – nell’elenco dei firmatari non figura l’Italia, che pure è un Paese che ha messo la tutela del suolo nell’elenco delle riforme essenziali del suo Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”.

“La partita della protezione dei suoli sotto l’ombrello di una direttiva europea ora si gioca soprattutto nella dialettica tra gli Stati Membri – ha aggiunto Stefano Ciafani – e l’Italia può e deve fare la sua parte, sostenendo la road map proposta dalla Commissione. Ormai tutte le evidenze scientifiche depongono per la necessità di uno sforzo condiviso per contrastare il degrado dei suoli, che pare destinato ad aggravarsi per gli effetti dei cambiamenti climatici”.


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