Spreco alimentare, nasce il Vademecum per una ristorazione #zerosprechi
METRO Italia lancia il Vademecum per una ristorazione #zerosprechi, uno strumento concreto per aiutare i ristoratori a gestire al meglio le eccedenze e ridurre gli sprechi alimentari
Nasce “L’altra Metà del cibo, il Vademecum per una ristorazione #zerosprechi”, presentato oggi a Milano, nell’ambito di Host, la fiera internazionale dell’ospitalità. Si tratta di uno strumento pratico nato dalla collaborazione di METRO Italia con Apci (Associazione Professionale Cuochi Italiani), Banco Alimentare, Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e con il sostegno dell’On. Maria Chiara Gadda, promotrice della legge 166/2016, che ha lo scopo di ridurre gli sprechi lungo tutta la filiera agroalimentare.
Il Vademecum è stato redatto grazie alla collaborazione concreta di 12 chef, che si sono misurati direttamente con i suggerimenti proposti e hanno contribuito a perfezionarli.
#zerosprechi, gli obiettivi del Vademecum
“In qualità di partner a 360° della ristorazione, per noi di METRO Italia è fondamentale garantire la sostenibilità del business dei nostri clienti a tutti i livelli – afferma Nicolò Picco, Head of Commercial Strategy METRO Italia. – Ci impegniamo costantemente per ideare soluzioni pratiche e concrete che permettano loro di gestire al meglio i propri locali”.
“Anche il vademecum #zerosprechi va in questa direzione, ma vuole avere una spinta in più – spiega ancora Picco. – Massimizzare il proprio food cost, migliorare l’efficacia dei menù, ideare proposte in linea con il format del locale, avere uno staff sensibile al tema dello spreco stesso non è solo una questione di efficienza del business, ma è prima ancora una grande sfida culturale di cui tutti gli attori del mercato dei consumi fuori casa sono chiamati a farsi carico, perché il prodotto alimentare non è un prodotto qualsiasi e ha in sé un valore etico unico.”
La sensibilizzazione dei professionisti Horeca, a loro volta veicolo di diffusione culturale tra i loro clienti, è un driver fondamentale per creare una consapevolezza generale sul valore del prodotto alimentare. Il settore ha attraversato mesi complessi ma che, come tutti i momenti di cambiamento improvviso, possono offrire spunti per ricominciare rinnovandosi.
“La ristorazione è tra i settori che più hanno pagato le conseguenze della pandemia – afferma Marco Lucchini, Segretario Generale della Fondazione Banco Alimentare Onlus – Banco Alimentare è onorato di aver potuto condividere nel Vademecum i suoi 32 anni di esperienza quotidiana nel recupero di cibo ottimo, che non trova sbocco nel mercato ma diventa preziosa risorsa per migliaia di associazioni che accolgono più di un milione e mezzo di persone in difficoltà nel nostro paese”.
Nel Vademecum anche spunti rivolti ai clienti
Nel Vademecum proposto i ristoratori troveranno spunti per sensibilizzare i propri clienti attraverso menù ben strutturati ed estremamente esplicativi, affinché possano ordinare consapevolmente, gestire con attenzione la dispensa, valutare le migliori preparazioni fino a valorizzare ogni potenziale scarto, conoscere le modalità di conservazione dei cibi e in ultimo, ma non di importanza, donare eventuali eccedenze.
“Dobbiamo sentirci tutti ambasciatori di una vera cultura antispreco, in grado di unire prevenzione e valorizzazione delle eccedenze attraverso la solidarietà sociale. Il vademecum è in sintonia con lo spirito della legge antispreco, perché mostra quanto sia fondamentale attivare reti di collaborazione tra profit e non profit per un obiettivo comune – commenta l’On. Maria Chiara Gadda, promotrice della cosiddetta legge antispreco. – Iniziative come il vademecum per una ristorazione zerosprechi, aiutano a promuovere un sistema di economia circolare in un settore complesso come questo, coniugando la prevenzione in cucina e la corretta comunicazione al cliente con la donazione dell’invenduto”.
“Il connubio tra un lavoro teorico e di ricerca e la sua declinazione pratica nell’azione quotidiana è il punto di forza di questo progetto – spiegano i promotori – che ha mosso i primi passi su solidi valori etici e li ha tradotti in possibilità di diffusione, attraverso comportamenti che si auspicano divenire sempre più consueti per i professionisti della ristorazione”.