Giornata delle persone con disabilità

“Sull’invalidità civile ci sono ritardi allarmanti a discapito delle fasce più deboli della popolazione”. A denunciarlo, in un comunicato congiunto, FIMMG Inps e Cittadinanzattiva, che continua a ricevere “segnalazioni di ritardi, anche con grandi disomogeneità tra le regioni” – affrma Isabella Mori, responsabile tutela di Cittadinanzattiva.

“Il problema noto da tempo – prosegue Alfredo Petrone, Segretario Nazionale Settore FIMMG INPS – si è acuito gravemente sia per la sospensione delle visite mediche durante il lockdown (perdurata circa dal marzo all’ottobre 2020), sia per la progressiva riduzione del personale, dipendente e convenzionato, appartenente all’area medica. Se l’INPS non pone seri rimedi in tempi brevi, la situazione rischia di diventare ingovernabile”.

Invalidità civile, le problematiche rilevate da  Cittadinanzattiva e FIMMG

Secondo Cittadinanzattiva e FIMMG, da quando è emerso il problema, è stato fatto troppo poco e – spiega Mori –

“i cittadini continuano ad aspettare mesi e mesi per ottenere un verbale che attesti lo stato di invalidità o di handicap, con risvolti talvolta molto pesanti, come nel caso dei ragazzi che avrebbero diritto al sostegno a scuola o dei lavoratori che rientrerebbero nelle categorie protette, o di chi avrebbe diritto ad un collocamento diverso nelle procedure concorsuali”.

 

Invalidità

 

L’incremento di personale e le altre misure previste dall’Accordo quadro potrebbero contribuire alla soluzione ma, nello stesso tempo, occorrerebbero procedure di semplificazione, soprattutto in caso di patologie stabilizzate e non reversibili, per andare incontro alle esigenze dei cittadini e dare un impatto positivo alla categoria dei professionisti anche in termini organizzativi”, continua Mori.

“Da tempo – spiega Petrone – sollecitiamo la chiusura dell’Accordo Collettivo per i medici, che consentirebbe un ampliamento delle ore lavorate e, quindi, delle attività svolte, unica soluzione in grado di risolvere definitivamente la giacenza dell’arretrato. Invece, siamo ancora in attesa che, dopo l’apertura preliminare del tavolo tra OO.SS e INPS avvenuta prima della pausa estiva, ci sia l’emanazione del calendario di convocazione da parte di INPS che, ci risulta stia ancora, incredibilmente, valutando le risorse disponibili”.

“L’organizzazione dell’area medica – conclude Petrone – è attualmente caratterizzata da un inadeguato regime contrattuale che sta portando alle dimissioni di molti medici, risorse professionali che difficilmente riusciremo a recuperare. Non sono tollerabili ulteriori ritardi, si deve con urgenza pervenire ad un accordo collettivo nazionale, così come previsto dall’Atto di Indirizzo, dando una risposta ai medici, alla politica, ma soprattutto alle fasce più deboli della popolazione”.


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