covid e disinformazione

Covid e disinformazione, il dossier dei fact checker europei

Su una cosa l’Europa si è unita davvero durante la pandemia da coronavirus: la diffusione della disinformazione. Un insieme intrecciato di teorie complottiste, false informazioni, notizie fuorvianti, a volte mezze verità, che tutte insieme si sono diffuse proprio nel periodo più critico dell’epidemia. La disinformazione sulla pandemia ha seguito alcuni filoni che, nonostante le differenze nazionali, sono comuni a diversi Stati.

Ad analizzarlo sono stati cinque progetti di fact-checking (Facta e Pagella Politica in Italia, insieme ad Agence France-Presse in Francia, CORRECTIV in Germania, Maldita.es in Spagna e Full Fact nel Regno Unito) che si sono unite nell’iniziativa “Covid-19 e disinformazione: una panoramica europea”.

Sono stati analizzati 645 articoli pubblicati dai cinque partner nel corso di marzo e aprile 2020. E sono state trovate «una serie di notizie false diventate estremamente popolari in tutti i Paesi: i complotti su Bill Gates o sulla tecnologia 5G, ad esempio, ma anche il presunto potere curativo dei gargarismi contro la Covid-19 e le teorie sull’origine artificiale del virus – spiegano da Facta – Alcuni Paesi, poi, hanno presentato filoni di disinformazione che non si sono diffusi all’estero: l’attenzione per gli animali domestici nel Regno Unito, i migranti in Germania o le bufale sulla tecnologia in Spagna».

 

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Europa unita dalla disinformazione durante la pandemia

L’ondata di disinformazione in Europa

L’obiettivo dello studio è quello di analizzare il complesso panorama della misinformazione o disinformazione relativa alla pandemia di Covid-19, identificando le tematiche comuni che hanno caratterizzato il dibattito nei cinque Paesi europei. Non è certo un panorama esaustivo ma mira a evidenziare quelle che comunque sono stati i casi di disinformazione più diffusi nel pieno della pandemia, a marzo e aprile 2020.

«Tra marzo e aprile 2020, di pari passo con l’aggravarsi della pandemia di Covid-19, l’Europa è stata invasa da un’ondata di disinformazione altrettanto inarrestabile e pervasiva – spiega Facta – Le notizie false sembrano aver seguito infatti l’andamento del virus, diffondendosi rapidamente in tutti i Paesi più colpiti da Sars-Cov-2 ed entrando nel dibattito pubblico attraverso i social network, dove sono state lette e condivise migliaia di volte».

Non a caso le Nazioni Unite e l’Organizzazione mondiale della sanità hanno parlato di “infodemia”, il sovrapporsi costante di informazioni corrette e informazioni false che rende difficile riconoscere le fonti affidabili.

Il nome è di origine inglese ed è infodemic, dalla contrazione di epidemic e information, e denuncia proprio la circolazione di una grandissima quantità di informazioni spesso non vagliate che rende difficile orientarsi.

I casi di disinformazione più comuni

Fra i casi di disinformazione più comuni c’è quello che il virus sia stato creato artificialmente dall’uomo, notizia rilevata in Francia, in Spagna, in Italia e nel Regno Unito. Popolari sono state le affermazioni per cui per combattere il coronavirus sarebbero utili il bere acqua e fare gargarismi con sale e aceto, privi di qualunque fondamento scientifico.

Altra bufala diffusa è stata quella della “disinfestazione notturna con gli elicotteri”. Il racconto diceva che una flotta di elicotteri, dell’esercito o delle forze di polizia, avrebbe rilasciato disinfettanti o pesticidi sulle città più colpite in modo da sanificarle. La bufala, con particolari di volta in volta diversi, è apparsa per la prima volta in Italia e in seguito in Spagna, in Germania e nel Regno Unito.

 

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Disinformazione sul coronavirus

 

Bill Gates e la tecnologia 5G

Da gennaio fino a maggio sono comparse a più riprese false notizie su Bill Gates in chiave complottistica.

«Bill Gates, cofondatore di Microsoft e filantropo, è stato al centro di numerose teorie complottiste relative ai vaccini, alla tecnologia 5G o all’origine artificiale del virus Sars-CoV-2».

Una costellazione di false notizie e disinformazione ha poi riguardato la tecnologia 5G accusata di essere in qualche modo responsabile dell’emergenza sanitaria.

«Nel corso della pandemia tutti i Paesi considerati hanno avuto a che fare con un corposo filone di notizie false secondo cui il 5G sarebbe in grado di causare sintomi simil-influenzali o addirittura di distruggere le cellule del nostro corpo».

L’impatto della tecnologia 5G è stato appunto uno dei filoni percorsi dalla disinformazione. «La convinzione secondo cui il nuovo coronavirus sia causato, rafforzato o diffuso tramite la tecnologia 5G – si legge nel dossier – rappresenta uno dei principali esempi di disinformazione trattati nel corso della pandemia. Il tema è stato rilevato da tutti i Paesi considerati da questa analisi, e ha ricevuto particolare enfasi in Italia e nel Regno Unito».

Cure, rimedi e vaccini

Le false informazioni nei diversi paesi europei si sono riconcorse su una serie di tematiche comuni, anche mescolate fra loro e confuse con notizie parzialmente vere. Altri filoni sono quello delle cure e dei rimedi al virus, di come evitare o prevenire l’infezione, dell’origine artificiale del virus. Ci sono poi tutte le false informazioni e le speculazioni che si articolano sul tema “vaccini”.

Altro grande macrotema riguarda le mascherine e i dispositivi di protezione con notizie fuorvianti o completamente false. Ci sono poi le comparazioni fuorvianti fra coronavirus e influenza.


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