Igiene della casa e Coronavirus

Igiene della casa e Coronavirus

Colf, badanti e baby sitter: tra i 150mila e i 200mila lavoratori domestici non comunitari accomunati tutti dalla stessa tipologia di contratto, quello in nero. In totale, a fine 2018 erano circa 530 i lavoratori non comunitari con permesso di soggiorno non in regola.

I dati sono quelli resi noti oggi da Assindatcolf,  Associazione Nazionale dei Datori di Lavoro Domestico, e Idos in occasione della presentazione “Focus lavoro domestico e regolamentazione dei flussi di ingresso: quale il fabbisogno delle famiglie”.

Lo studio attesta che, complessivamente, su oltre 800mila domestici regolari la componente straniera rappresenta quasi il 70% del totale della forza lavoro. Guardando al comparto nella sua complessità, su circa 2 milioni di domestici impiegati, tra regolari ed in nero, Assindatcolf stima che i non comunitari siano circa 1 milione, 466mila badanti e 528mila colf.

 

Andrea Zini, vice presidente Assindatcolf
Andrea Zini, vice presidente Assindatcolf

“A fronte di una popolazione che tende sempre più strutturalmente all’invecchiamento – dichiara Andrea Zini, vice presidente Assindatcolf e vice presidente Effe – abbiamo calcolato che nel 2025 la domanda di badanti aumenterà del 9%. Da qui l’esigenza di avviare una programmazione dei flussi di ingresso di lavoratori non comunitari, che al contrario è ferma dal 2011”.

Mettere in regola i lavoratori domestici

Assindatcolf stima che servirebbero 60mila nuovi ingressi per lavoro domestico nell’arco dei due prossimi trienni. Oltre a ciò, secondo l’associazione, le Istituzioni devono prevedere al più presto una sanatoria specificatamente dedicata ai non comunitari per regolarizzare il loro status giuridico, o quella di una procedura di emersione estesa a tutti gli occupati in nero del settore domestico, stimati – tra italiani e stranieri – in circa 1,2 milioni.

“Un’operazione che, in ogni caso, sanerebbe non solo gli inadempimenti amministrativi e previdenziali a carico dei datori di lavoro ma, nel caso dei lavoratori stranieri, anche il loro status giuridico irregolare”, aggiunge Zini.

 

Lavoratori domestici
Lavoratori domestici, serve sanatoria

In questi ultimi otto anni i decreti flussi hanno riguardato quasi esclusivamente lavoratori stagionali. Si è di fatto attuato un blocco degli ingressi di forza lavoro aggiuntiva stabile in Italia, che da una parte ha indotto molti migranti economici a percorrere la via della domanda d’asilo (aumentando così i rigetti e creando maggiore irregolarità) e dall’altra ha lasciato scoperto un bisogno crescente di assistenza domiciliare da parte delle famiglie italiane, già trascurate nella programmazione degli ingressi di lavoratori stranieri anche prima del 2011.


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“Se, come si stima, alla fine del 2020 gli stranieri irregolari arriveranno ad essere circa 670mila (un numero secondo solo alla grande sanatoria del 2002 quando emersero oltre 700mila stranieri irregolari)”- dichiara Luca Di Sciullo, presidente del Centro Studi e Ricerche IDOS – “con un conseguente incremento della quota di lavoratori domestici in nero, mettere in campo politiche di regolarizzazione e di programmazione diventerà ancora più urgente per un comparto sempre più cruciale per la vita delle famiglie e della società”.

 

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