dottoressa primo piano

Ritardi nella diagnosi, perché la malattia è poco conosciuta. Lunghe liste di attesa da sopportare. E costi privati che qualche volta diventano una stangata, fra esigenza di adattare casa alla malattia (fino a 60 mila euro da pagare), protesi e ausili non rimborsati (7 mila euro), riabilitazione a domicilio (5 mila euro), supporto psicologico, farmaci non rimborsati  e parafarmaci.

“Regione che vai, cura che trovi (forse)” è il titolo del Rapporto sulle politiche della cronicità presentato oggi da Cittadinanzattiva. Evidenzia che le cure sono diverse e disuguali a seconda del luogo di residenza. I cittadini con malattie croniche e rare sperimentano sulla propria pelle che accesso e qualità delle cure non sono uguali per tutti. E dipendono da dove si vive.

Di più. Le disuguaglianze, dice Cittadinanzattiva, non sono state colmate dal Piano nazionale cronicità che, seppur formalmente recepito da 15 Regioni, nella maggior parte dei territori risulta molto disatteso nei fatti.

 

Antonio Gaudioso
Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva

«In questo quadro, è evidente che vada affrontato con urgenza il tema delle disuguaglianze, soprattutto alla luce del recente dibattito sul regionalismo differenziato – dice Antonio Gaudioso, Segretario generale di Cittadinanzattiva – Per questo, abbiamo avanzato una proposta di riforma costituzionale che incida sull’articolo 117, introducendo come elemento di garanzia per la tutela della salute il riferimento esplicito al diritto del singolo individuo e il richiamo al principio di sussidiarietà per consentire ai livelli istituzionali più alti di intervenire qualora quelli più prossimi ai cittadini non garantiscano i servizi».

Il riferimento è alla campagna “La salute è uguale per tutti” (www.diffondilasalute.it), già sottoscritta da oltre 80 realtà del non profit e delle professioni.

 

 

Ma quali sono i problemi principali segnalati dal dossier? La prevenzione rimane la cenerentola della sanità: solo un’associazione su tre, fra quelle che compongono il Coordinamento nazionale delle Associazioni dei Malati Cronici (CnAMC) di Cittadinanzattiva, certifica corsi di prevenzione a livello nazione che in oltre otto casi su dieci sono promossi dalle stesse associazioni. Le persone che soffrono di una patologia cronica o rare denunciano nell’80% dei casi ritardi nella diagnosi, imputabili alla scarsa conoscenza della patologia da parte di medici e pediatri di famiglia (70%) e al poco ascolto del paziente (42%).

Molto carente l’integrazione tra assistenza primaria e specialistica (lo denuncia il 73%), così come la continuità tra ospedale e territorio (69%); il 41% denuncia inoltre la mancata personalizzazione delle cure. Più di due associazioni su tre (68%) denunciano lunghe liste di attesa: ad esserne afflitti soprattutto i pazienti del Lazio, della Campania e della Calabria. Sette pazienti su dieci lamentano spostamenti per i ricoveri; sei su dieci denunciano tempi lunghi di attesa per protesi e ausili; quattro su dieci segnalano i costi da sostenere per i farmaci in fascia C.

 

Cittadinanzattiva costi privati patologie croniche
XVII Rapporto CnAMC Cittadinanzattiva, 2019

 

Le voci di costo che gravano sui pazienti sono spesso abnormi. L’indagine segnala costi annuali che possono arrivare a 60 mila euro per l’adattamento dell’abitazione o per la retta in strutture residenziali, a 7 mila euro per protesi e ausili non rimborsabili, a 5 mila per il supporto psicologico e la riabilitazione a domicilio. Si pagano care anche visite in intramoenia, farmaci non rimborsati e parafarmaci, viaggi per motivi di cura.


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