Attenzione ai servizi alternativi proposti dalle compagnie telefoniche al posto dei rimborsi per la fatturazione a 28 giorni. La telenovela dei rimborsi continua, infatti. Il prossimo passaggio di questa lunga storia si svolgerà i primi di luglio. Il Consiglio di Stato con la pronuncia del 4 luglio chiarirà infatti come disciplinare tali rimborsi, che erano stati identificati col meccanismo della restituzione dei giorni erosi in bolletta.

In pratica con la posticipazione della data di decorrenza della fattura per un numero di giorni pari a quelli illegittimamente erosi (eventualmente spalmati su più fatture) nel periodo compreso fra giugno 2017 e i primi di aprile 2018, data in cui è stata ripristinata la fatturazione su base mensile.

C’è da considerare però un altro elemento: la mossa delle compagnie telefoniche che propongono di restituire il tutto sotto forma di servizi aggiuntivi o compensativi. Più giga per la connessione Internet o minuti in più sul traffico voce. In cambio, si rinuncia alla restituzione dei giorni erosi.

Secondo Federconsumatori, circolano però indicazioni fuorvianti sulle procedure per presentare richiesta di rimborso. L’associazione consiglia perciò di aspettare la pronuncia del Consiglio di Stato. Con le offerte di indennizzo “a costo zero”, dice il Codacons, il rischio è di ottenere meno di quanto spetta di diritto.

L’ultimo capitolo di una “odissea per gli utenti”, denuncia Federconsumatori, si sta svolgendo proprio in queste settimane. E spiega: “Le compagnie telefoniche stanno, infatti, offrendo ai clienti soluzioni alternative al rimborso vero e proprio, come giga per la navigazione su internet, minuti di chiamate extra, voucher e altri servizi promozionali. Spetta pertanto all’utente scegliere, se vuole e in base alle proprie esigenze, l’opzione preferita, tenendo comunque presente che l’accettazione dell’offerta presentata dalla compagnia comporta la rinuncia a qualsiasi altra forma di rimborso, compensazione o restituzione dei giorni erosi”.

E si invece si vuole ottenere il rimborso? Prosegue l’associazione: “Nel caso in cui il cliente rifiuti l’offerta per ottenere il rimborso, alcuni gestori stanno comunicando la possibilità di presentare richiesta di restituzione dei giorni illegittimamente sottratti. A tale proposito precisiamo che si tratta di indicazioni quantomeno inesatte: l’irregolarità della fatturazione a 28 giorni è stata accertata, l’AGCOM ha sanzionato le compagnie e soprattutto ha deliberato che i rimborsi siano automatici. Da tale delibera scaturisce il ricorso delle compagnie al Consiglio di Stato, il cui pronunciamento, che definirà con certezza le modalità di restituzione, è previsto per il 4 luglio prossimo. E’ pertanto prematuro invitare gli utenti a seguire questa procedura, poiché in questo momento non è dato sapere come si esprimeranno i giudici e quindi quale sarà l’iter corretto da seguire”.

Per l’associazione i rimborsi dovrebbero invece essere automatici. “Come Federconsumatori continuiamo a ritenere che i rimborsi debbano essere automatici e che sia ingiusto e inopportuno subordinare le compensazioni all’inoltro di una richiesta, poiché questa opzione finirebbe per indurre molti utenti a rinunciare al ristoro a cui hanno pienamente diritto”.

Ai consumatori i gestori offrono diverse opzioni come forma di rimborso, come giga gratuiti per la connessione Internet o minuti aggiuntivi del traffico voce, ricorda il Codacons, ma queste possibilità non hanno costi aggiuntivi per gli operatori. Allo stesso tempo, chi accetta l’offerta deve rinunciare al diritto a richiedere la restituzione di quanto previsto dalla delibera Agcom.

“Con tale operazione le aziende telefoniche gettano fumo negli occhi dei consumatori, perché il rischio concreto è che, accettando le offerte di questi giorni, i clienti ottengano meno di quanto spetta loro di diritto per effetto delle decisioni dell’Agcom – dice il presidente Carlo Rienzi – Le proposte dei gestori sono estremamente “furbe”, perché difficilmente quantificabili in termini monetari e perché a costo “zero” grazie a giga e minuti gratis che non impongono l’erogazione materiale di denaro in favore dei clienti, mentre il rimborso spettante agli utenti dovrebbe essere compreso tra i 30 e i 50 euro. Per tale motivo invitiamo i consumatori a non accettare le offerte inviate in questi giorni dalle compagnie telefoniche, a meno che non risultino palesemente vantaggiose e quantificabili in almeno 300 euro, ossia 10 volte il rimborso minimo spettante di 30 euro, in attesa della decisione del Consiglio di Stato sulla questione dei rimborsi, prevista per il prossimo 4 luglio”.

 

Notizia pubblicata il 19/06/2019 ore 21.35


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