Sono oltre 12,2 milioni gli italiani che fumano, il 23,3 percento della popolazione. Nel nostro Paese, l’11% dei tumori diagnosticati nel 2018 (373.00 casi) è rappresentato da neoplasie del polmone, patologie causate principalmente dal fumo e che colpiscono maggiormente gli uomini – con un’incidenza del 14% rispetto all’8% delle donne.

La Giornata mondiale senza tabacco, organizzata ogni anno dall’OMS, rappresenta un momento di riflessione per spiegare, soprattutto ai giovani, quali sono i danni da fumo di sigaretta e i pericoli che si nascondono nelle nuove mode come il narghilè.

“L’Istituto Nazionale dei Tumori è da sempre in prima linea nella lotta contro il fumo”, afferma Marco Votta, presidente di INT. “Promuovere interventi per la salute e di informazione della cittadinanza sono tra i nostri principali obiettivi, a cominciare dalle generazioni più giovani. È importante che i ragazzi siano informati per poter prendere le decisioni migliori per la loro salute di oggi e di domani. Come INT promuoviamo iniziative per sensibilizzare sulle buone pratiche di prevenzione ed è fondamentale coinvolgere da subito i giovani, affinché possano farle proprie e aiutarci a diffonderle”.

Da qualche anno si sta affermando tra i ragazzi la moda del narghilè, la pipa ad acqua tipica dei paesi arabi che, al contrario di quanto si creda, non è meno dannosa del fumo di sigaretta. Le sostanze tossiche contenute nel narghilè, infatti, sono paragonabili a quelle delle sigarette e il monossido di carbonio liberato è addirittura più alto rispetto alle sigarette tradizionali a causa del carbone presente. Gli effetti sulla salute polmonare e cardiovascolare sono dunque gli stessi del fumo tradizionale.

“Il fumo fa male e non causa solo il tumore del polmone, ma anche altri tipi di tumore come ad esempio quello del cavo orale e della gola, del pancreas, del colon, della vescica, del rene, dell’esofago, del seno. È anche uno dei responsabili dell’infarto cardiaco e delle insufficienze respiratorie”, commenta Giovanni Apolone, direttore scientifico dell’Istituto Nazionale dei Tumori. “Questo perché fumando si inalano circa 4.000 sostanze chimiche differenti, capaci di indurre mutazioni, effetti infiammatori, attività immunodepressive che, nell’insieme e nel tempo, originano numerose malattie”.

Negli ultimi anni, oscilla tra il 62-64% il numero di persone che non vuole rinunciare al fumo e la percentuale dei ragazzi tabagisti è particolarmente elevata. “I ragazzi italiani che fumano sono tanti, troppi”, conclude Roberto Boffi, ““il 47% dei ragazzi fra i 14 e i 17 anni fuma o ha fumato. La metà di loro ha iniziato prima dei 14 anni e il 4,5% ha cominciato addirittura alle scuole elementari. Quattro su cento fumano sigarette elettroniche o altri prodotti del tabacco, un giovane fumatore su tre usa tabacco trinciato”.


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