Alzare il bonus sociale, rafforzare la risoluzione stragiudiziale delle controversie, dare ai consumatori una valutazione reputazionale delle aziende, intervenire sull’albo dei venditori perché le società di vendita abbiano una serie di requisiti minimi a garanzia della loro azione. Sono le richieste che l’Unione Nazionale Consumatori ha presentato questa mattina all’Autorità per l’energia, reti e ambiente (Arera), che oggi ha iniziato le audizioni sul Quadro strategico 2019-2021.

L’Unione Nazionale Consumatori ha presentato le sue osservazioni e proposte sugli obiettivi che faranno da guida per lo sviluppo della regolazione dell’Autorità nel triennio. “Abbiamo chiesto di rafforzare il sistema di gestione stragiudiziale delle controversie – afferma Marco Vignola, responsabile del settore energia dell’Unione Nazionale Consumatori – Quanto al Bonus Sociale per le famiglie in difficoltà economiche, va alzato l’importo sino a coprire almeno il 50% delle bollette di luce, gas ed acqua, elevati gli scaglioni Isee in modo da ricomprendere tutte le famiglie in stato di povertà relativa, proporzionandoli al numero dei componenti delle famiglie. Infine, va individuato un meccanismo per il riconoscimento automatico della povertà energetica, per superare il farraginoso iter burocratico di presentazione della domanda”.

Nel pacchetto di proposte fatte all’Autorità c’è la richiesta di aumentare l’importo degli indennizzi automatici in caso di mancate prestazioni da parte dei distributori, venditori e gestori e di fornire ai consumatori meccanismi di valutazione reputazionale delle aziende per consentire un confronto tra offerte e servizi che non veda il prezzo come unico elemento di confronto. L’associazione ha chiesto di pubblicare gli indici di reclamosità delle singole aziende, di attivare velocemente il Portale Consumi, di migliorare il Portale Offerte con un adeguato sistema di ricerca e selezione e di rafforzare il sistema di gestione stragiudiziale delle controversie. Sugli oneri di sistema, l’UNC chiede all’Arera di sfruttare il suo potere di advocacy nei confronti del Legislatore per trasferire alla fiscalità generale gli oneri di sistema.


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Altro tema affrontato è quello dell’Albo dei venditori. “Purtroppo, le carenze della regolamentazione vigente hanno permesso l’iscrizione di un numero esorbitante di Imprese all’elenco delle società abilitate alla vendita- dice l’UNC – Molte di queste, prive dei necessari requisiti tecnico-organizzativi e finanziari, hanno provocato numerosi disagi ai clienti domestici per i loro comportamenti commerciali aggressivi e scorretti, utilizzati per acquisire, talvolta con raggiri, i contratti di fornitura sul mercato libero. Aspetti che hanno contribuito allo scarso successo del mercato libero fra i clienti domestici”. L’associazione propone che le Società di Vendita abbiano una serie di requisiti minimi: un portafoglio minimo di clienti domestici (almeno 60-70.000) e un livello di capitale sociale proporzionato al volume di affari; adeguate fideiussioni a garanzia del pagamento dell’energia acquistata; limiti predefiniti, in relazione al proprio capitale sociale, in termini di numero di clienti e di quantità di energia che può commercializzare, per evitare che piccole imprese tentino di acquisire grandi quantità di clienti senza averne i requisiti patrimoniali.

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