Riflettori puntati sul cibo, sulla filiera alimentare e sulle novità del settore con la Fiera TuttoFood che apre oggi a Milano, “hub internazionale dell’agroalimentare e del cibo di qualità”, manifestazione dedicata al sistema agroalimentare in programma da oggi al 9 maggio. Sono 43 i paesi rappresentati con in testa Spagna, Regno Unito, Francia, Germania, Portogallo, Grecia, Cina, Thailandia, Stati Uniti, Perù, Messico, India e Turchia. 2900 i brand presenti alla manifestazione, che apre a nuovi spazi di approfondimento.

Ci sarà infatti TuttoWine, spazio dedicato al vino, realizzato in partnership con l’Unione Italiana Vini. Nuove anche le aree dedicate alle tradizioni nutrizionali, come TuttoKosher e TuttoHalal, che evidenziano il carattere internazionale della manifestazione. Ci sarà poi attenzione all’innovazione in TuttoDigital, la nuova area dedicata alle innovazioni tecnologiche. Nell’ambito della manifestazione Netcomm, consorzio del commercio elettronico italiano, proporrà all’interno dell’area Evolution Plaza, il villaggio della trasformazione digitale, l’eCommerce Food Lab,un ciclo di 5 workshop su temi di punta del commercio digitale. New entry negli spazi di approfondimento della fiera saranno TuttoFrozen, TuttoSeaFood e TuttoDrink, sezioni dedicati al surgelato e al prodotto ittico e al consumo fuoricasa. Senza trascurare l’attenzione al settore salutistico con le aree TuttoGreen e TuttoHealth.

La manifestazione è occasione per fare il punto, da parte di brand e associazioni, su tanti aspetti del mercato agroalimentare. Accade così che da Conserve Italia (il Consorzio del marchi Cirio e Valfrutta) arrivi un bilancio più che positivo sulle vendite green e dei prodotti biologici del marchio all’estero, dalla Francia alla Scandinavia, dove si registra un più 40% per il bio del gruppo. Per Conserve Italia aumentano in tutta Europa le vendite del segmento biologico.

“Dai legumi ai derivati del pomodoro, le referenze biologiche, commercializzate sia con marchi propri come Cirio e Valfrutta che con quelli delle insegne distributive, incontrano sempre di più i gusti dei consumatori stranieri”, dice la sigla, con dati annunciati proprio in occasione di TuttoFood. La Divisione Estero di Conserve Italia sviluppa un fatturato di oltre 180 milioni di euro e ha registrato per i prodotti biologici sul mercato europeo un incremento medio a valore ed a volume di +40% nei 10 mesi dell’anno commerciale 2018/19 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con picchi maggiori in Germania, Francia e Regno Unito.

Fra i paesi più dinamici e interessanti ci sono Francia, Paesi scandinavi, Germania. “Definire oggi il biologico come nicchia è ormai assolutamente limitativo – commenta Diego Pariotti, Direttore Commerciale Estero di Conserve Italia – dal momento che le preferenze verso le produzioni biologiche e green non solo sono sempre più diffuse, ma coinvolgono ormai target assai trasversali di consumatori, non più solo alto-spendenti. Uno dei mercati di gran lunga più interessanti in tal senso per il nostro Gruppo è quello dei Paesi scandinavi, nei quali – spiega ancora Pariotti – la preferenza per il biologico si coniuga da tempo con il grande tema dell’attenzione e del rispetto per l’ambiente. Nelle scelte di acquisto dei consumatori scandinavi l’impatto ambientale di un determinato prodotto riveste un ruolo sempre più strategico”.

Coldiretti a TuttoFood coglie invece l’occasione per rilanciare la preoccupazione sul falso made in Italy e sull’Italian Sounding. Per Coldiretti supera i 100 miliardi di euro il valore del falso made in Italy agroalimentare nel mondo, “con un aumento record del 70% nel corso dell’ultimo decennio, per effetto della pirateria internazionale che utilizza impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che richiamano all’Italia per alimenti taroccati che non hanno nulla a che fare con il sistema produttivo nazionale”. Questo quanto emerge da un’analisi Coldiretti e Filiera Italia diffusa in occasione di TuttoFood

A preoccupare Coldiretti sono misure protezionistiche, minaccia di dazi dagli Usa, falsificazioni di formaggi, salumi, prosciutti, tutela giuridica dei prodotti a denominazione d’origine in caso di Brexit. La sigla parla anche di italian sounding, quei prodotti che “suonano” italiani senza esserlo. “ Nonostante il record fatto segnare nelle esportazioni agroalimentari Made in Italy che nel 2018 hanno raggiunto il valore di 41,8 miliardi, oggi – dice Coldiretti – più di due prodotti di tipo italiano su tre venduti nel mondo sono falsi con il fenomeno del cosiddetto italian sounding che colpisce in misura diversa tutti i prodotti, dai salumi alle conserve, dal vino ai formaggi ma anche extravergine, sughi o pasta e riguarda tutti i continenti”. I “tarocchi” vengono soprattutto da Stati Uniti e Australia e in testa vedono i formaggio, a partire dalle “copie” del Parmigiano Reggiano e del Grana Padano.


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