Nel 2018 con le controversie risolte dal Servizio Conciliazione dell’ARERA i clienti e gli utenti finali hanno ottenuto o risparmiato oltre 4,4 milioni di euro dal contenzioso con i venditori di luce, gas e acqua, con un tempo medio di chiusura della procedura di 48 giorni. È uno dei principali risultati del “Servizio Conciliazione” illustrati nella Relazione annuale 2018 sull’attività svolta. Il Servizio Conciliazione dell’Autorità è a disposizione dei consumatori per risolvere le controversie con gli operatori e i gestori.

Il cliente, per esempio in caso di errori in fattura o altre contestazioni, deve inviare prima un reclamo all’operatore o al gestore e, in caso di risposta parziale, non soddisfacente o in sua mancanza, potrà attivare la procedura. Si attiva online, collegandosi con un pc al sito conciliazione.arera.it, e si può partecipare direttamente o farsi rappresentare da un delegato, anche appartenente a un’associazione dei consumatori. L’eventuale accordo tra le parti (solo per luce e gas) è titolo esecutivo, cioè può essere fatto valere dinanzi al giudice competente in caso di mancato rispetto dei contenuti. In alternativa al Servizio Conciliazione di ARERA è possibile avvalersi degli organismi ADR che rispondono ai requisiti del Codice del consumo e sono iscritti nell’Elenco dell’Autorità, incluse le conciliazioni paritetiche, nonché delle Camere di commercio aderenti alla convenzione fra ARERA e Unioncamere.

Dai risultati della Relazione si apprende che su 11.034 domande, con il più alto indice di concentrazione nel Lazio e in Abruzzo, circa 7.400 sono quelle ad oggi concluse e il 65% (4.836) ha trovato un accordo tra le parti.

La grande maggioranza delle procedure concluse riguarda casi legati al settore elettricità (4.048) e gas (2.789); seguono poi il ‘dual fuel’ (unica bolletta per luce e gas, 441), l’idrico (85, per i quali il Servizio Conciliazione è operativo da luglio del 2018) e i prosumer (i produttori-consumatori, 35).

Nei settori energetici il tentativo di conciliazione è obbligatorio prima di rivolgersi al giudice, mentre nel settore idrico è ancora facoltativo. L’ammontare complessivo di 4,4 milioni di euro è ripartito a metà tra clientela domestica e non domestica, anche se le domande presentate dalle famiglie sono numericamente superiori (oltre il 70%), e, a titolo esemplificativo, rappresenta quanto restituito ai clienti sottoforma di rimborsi, indennizzi, ricalcolo di fatturazioni errate o rinuncia a spese e interessi moratori da parte dei fornitori.

Le questioni affrontate più spesso sono legate alla fatturazione, soprattutto nel settore gas e idrico, alla contrattualistica, in particolare per le forniture dual fuel, nonché alle richieste di danni. Inoltre, in circa il 63% di tutte le domande inviate i clienti hanno preferito farsi rappresentare da un delegato (per esempio associazione dei consumatori). Da segnalare infine che il 20% delle domande non è stato ammesso principalmente perché il cliente ha deciso di non completare la domanda oppure per motivi procedurali (documentazione, termini, ambito di applicazione).

Sono dati positivi, che attestano, però, la necessità di rendere subito obbligatorio il servizio di conciliazione anche nel settore idrico, per tutti, senza periodi transitori”, afferma Marco Vignola, responsabile del settore energia dell’Unione Nazionale Consumatori.

“Dal 1 ° luglio, infatti, è già prevista la conciliazione obbligatoria anche per il settore idrico, ma, a quanto pare, non per tutti. Per i piccoli gestori si intende concedere un periodo di deroga, in cui il servizio resterà facoltativo. Ebbene, chiediamo che non vi siano disparità di trattamento tra piccole e grandi imprese. Tutti i consumatori devono avere uguali diritti” conclude Vignola.

 

Notizia pubblicata il 12/03/2019 ore 17.32


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