Donne, la situazione è più grave del previsto. Lavoriamo come matte dentro e fuori casa, badiamo ai figli, facciamo i salti mortali per essere sempre sulla cresta dell’onda in un mondo che sulla cresta dell’onda proprio non ci vuole. Anni di lotte per avere qualche diritto e qualche tutela in più per il ruolo che rivestiamo nella società, piccole e grandi battaglie storiche, e poi? E poi arriva Trenitalia e ci toglie una delle poche certezze di questa fugace e precaria esistenza: la mimosa dell’8 marzo. Se sarete tra le fortunate passeggere di Trenitalia, per il giorno della festa della donna, preparatevi a ricevere un mirabolante omaggio.

Al bando tutti i clichè: quest’anno niente fiorellini gialli ma…caramelle al limone, rigorosamente gelè.

Attenzione però, per accaparrarsi la prelibatezza bisogna viaggiare su treni Frecciarossa, Frecciarossa 1000, viaggiare in Executive, oppure comprare un Menu Gourmet (il cui prezzo è praticamente pari a un terzo del biglietto) o semplicemente recarsi al bar/ristorante e acquistare qualcosa da mangiare (anche perché la caramella da sola poi fa languore allo stomaco, si sa).

Ora, capiamo perfettamente che non si poteva di certo omaggiare tutte le viaggiatrici con biglietto gratis (anche se uno sconticino ci stava pure bene), ma, Santa pazienza, possibile che non si sia riusciti a trovare niente di meglio di una (ben inteso, non di più) caramella al limone, di quelle che con un pacco scorta formato famiglia ci copri due vagoni?

Lo sanno tutti che non si accettano le caramelle dagli sconosciuti, perché dovremmo prendere quelle di Trenitalia?  Fosse stata una mimosa monoporzione, un calice di prosecco (anche di plastica andava bene), un pupazzo di pelouche avremmo accolto il cadeau di buon grado, apprezzando per lo meno lo sforzo.

Ma la caramella, no. È davvero troppo (poco).

E non si tratta di avere chissà quali pretese ma “solo” di dimostrare un mimino di riconoscenza verso chi sale sui quei treni (anche più volte alla settimana, magari) per assolvere ai mille impegni di lavoro e della vita quotidiana, per recarsi a fare una visita medica importante, per raggiungere un amico o un parente, per staccare la spina con una breve vacanza.

Scegliamo voi e i vostri treni quasi sempre in ritardo. Ci si lamenta, è vero, ma vi scegliamo. Quindi una volta, non sempre che se no poi ci abituiamo, sarebbe cortese mandare a quel paese la spending review e investire due soldini per un’attenzione che potrebbe almeno farci sorridere mentre pensiamo: “Hai visto, almeno Trenitalia si è ricordata che oggi è la festa della donna”.

Ridateci le mimose, per favore. Almeno avevamo l’illusione che, anche solo per un istante, qualcuno aveva pensato a tutti i nostri sforzi fatti nel passato, così come nel presente.

@ELeoparco

 

Notizia pubblicata il 06/03/2019 ore 17.33


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