Più libri più liberi, editoria italiana all’estero: +36,5% in quattro anni
L’editoria italiana continua a guadagnare spazio all’estero: tra il 2014 e il 2018, infatti, i titoli venduti all’estero sono aumentati del +36,5%, mentre quelli acquistati sono calati del -10,7%. Questo trend vale anche per i piccoli e medi editori, che registrano una crescita nella vendita dei diritti (+7,2% solo nell’anno anno), ma anche nell’acquisto (+2,7%). È quanto emerge dall’Osservatorio dell’Associazione Italiana Editori (AIE) 2018 sull’import – export dei diritti, presentato oggi a Più libri più liberi, la Fiera nazionale della Piccola e media Editoria dell’AIE, in programma fino al 9 dicembre alla Nuvola Roma Convention Center.
L’indagine evidenzia come le case editrici italiane si muovano ormai con disinvoltura in ambito internazionale: solo nel 2018 sono stati venduti all’estero 7.883 titoli (+9% rispetto al 2017) e ne sono stati acquistati 9.358 (+0,7% rispetto al 2017).
Quali sono i generi più venduti? Bambini e ragazzi (39%) e la Narrativa di autori italiani (25,4%) sono i principali generi venduti, anche se i primi registrano un calo del 5,1% rispetto al 2017. Ad aumentare maggiormente è la Manualistica e altro che copre il 4,4% (+43,1% sul 2017).
Le piccole case editrici acquistano più diritti all’estero di quanti ne vendano. Si tratta sempre di valori in crescita: il 22,2% delle vendite dei diritti è coperto dalle piccole case editrici (+7,2% appunto, rispetto al 2017) mentre l’acquisto dei diritti rappresenta il 48% nel 2018 (+2,7% sul 2017).
Le coedizioni sono un altro tassello importante nel processo di internazionalizzazione dell’editoria italiana. Nel 2018 sono state 2.095 le coedizioni realizzate dagli editori italiani con gli stranieri (+86,5% rispetto al 2017). Il genere Bambini e Ragazzi domina le coedizioni con il 62,7% (era il 57,7% nel 2016), seguito dagli Illustrati che rappresentano il 19% (era il 18,5% nel 2016) e dalla Saggistica con il 15,7% (era l’11,5% nel 2016).
Negli ultimi cinque anni (2014-2018), l’Europa si conferma il principale mercato per le vendite con il 60,4% di opere vendute (+74,7% rispetto al 2014) mentre il Medio Oriente è cresciuto maggiormente con il 5,1% delle vendite (+231,1% sul 2014).
Nell’ultimo decennio (dal 2007 al 2018) i paesi in cui l’editoria italiana ha trovato spazio sono cambiati. In particolare, l’area del Medio Oriente ha visto lo sviluppo maggiore (+958% sul 2007), con un incremento che ha toccato +582% per i Paesi del Golfo, +269% per l’Egitto e +203% per la Turchia (riferito in questo caso al 2014).
I Paesi europei che più assorbono i diritti di autori italiani sono la Spagna (20,2%), la Francia (15,6%) e la Germania (10,2%). La vendita dei diritti è aumentata negli altri paesi del Nord Europa, in Germania e in Svezia mentre il calo maggiore si è registrato nei paesi dell’Europa Balcanica.
“La crescita della vendita dei diritti di autori italiani all’estero”, afferma Giovanni Peresson, responsabile dell’Ufficio studi di AIE, “è un dato ormai strutturale. Nessuna editoria può crescere in una dimensione di autarchia editoriale. In un mercato come il nostro i cui confini geografici coincidono con quelli linguistici, l’internazionalizzazione deve costituire sempre più un centro attorno a cui l’editoria deve sapersi organizzare, valorizzando non solo le novità ma anche il catalogo”.