La preoccupazione è chiara: tutelare le elezioni europee del 2019 dal rischio di disinformazione, fake news, manipolazione del dibattito pubblico. E così la Commissione europea ha varato un piano d’azione che prevede la creazione di un sistema di allarme rapido per segnalare minacce di disinformazione in tempo reale. Inoltre: più personale a disposizione nel contrasto alla manipolazione dell’informazione, il monitoraggio del codice di buone pratiche firmato qualche mese da dalle principali piattaforme, e più fondi a disposizione. Si prevede infatti di raddoppiare il budget destinato al contrasto della disinformazione.

Il piano d’azione per contrastare la disinformazione è stato annunciato ieri da Bruxelles con l’obiettivo di “tutelare i propri sistemi democratici e i dibattici pubblici e in previsione delle elezioni europee del 2019 e delle elezioni nazionali e locali che si terranno in vari Stati membri entro il 2020”.

La Commissione europea e l’Alta rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune stanno lavorando, informa una nota, alla definizione di “misure concrete per contrastare la disinformazione; tra queste la creazione di un sistema di allarme rapido e di attento monitoraggio dell’attuazione del codice di buone pratiche firmato dalle piattaforme online”. 

Sostiene l’Alta rappresentante Federica Mogherini: “Una democrazia sana si fonda su un dibattito pubblico aperto, libero ed equo. È nostro dovere proteggere questo spazio e non permettere a nessuno di diffondere notizie false che alimentano l’odio, le divisioni e la sfiducia nella democrazia. Abbiamo deciso di agire insieme, come Unione europea, e di rafforzare la nostra risposta, promuovere i nostri principi, sostenere la resilienza delle nostre società all’interno delle nostre frontiere e nel vicinato. Questo è il modo europeo di rispondere a una delle principali sfide dei nostri tempi.” 

Il piano d’azione si concentra su quattro settori. Ci sarà un rafforzamento del personale che si occupa di comunicazione e contrasto alla disinformazione (nell’ambito del servizio europeo per l’azione esterna SEAE) e il bilancio per la comunicazione strategica del SEAE, destinato a contrastare la disinformazione e a sensibilizzare i cittadini sulle ripercussioni, dovrebbe più che raddoppiare, passando da 1,9 milioni di euro nel 2018 a 5 milioni di euro nel 2019.

Le istituzioni europee e gli Stati saranno poi dotati di un sistema di allarme rapido per agevolare la condivisione dei dati e la valutazione delle campagne di disinformazione e per segnalare in tempo reale le minacce di disinformazione.

Altro settore chiave sarà quello delle piattaforme. Facebook, Google, Twitter, Mozilla, insieme alle associazioni di categoria di piattaforme online, pubblicità e inserzionisti, hanno infatti firmato quest’anno un codice di buone pratiche su base volontaria in cui si impegnano nella lotta alle fake news e alla bufale online prevedendo una maggiore trasparenza della pubblicità politica, l’impegno ad affrontare i problemi degli account falsi e dei bot, la possibilità per i consumatori di segnalare le bufale. “I firmatari del codice di buone pratiche – dice la Commissione europea – dovrebbero attuare in modo rapido ed efficace gli impegni assunti in tale ambito, concentrandosi sulle azioni urgenti in vista delle elezioni europee del 2019. Si tratta, in particolare, di garantire la trasparenza dei messaggi pubblicitari di natura politica, intensificare gli sforzi per eliminare i profili falsi attivi, contrassegnare le interazioni non umane (messaggi diffusi automaticamente da “bot”) e collaborare con verificatori di fatti e ricercatori universitari al fine di individuare le campagne di disinformazione e rendere i contenuti verificati maggiormente visibili e diffusi.”

L’altro grande impegno è quello alla sensibilizzazione dei cittadini e alla loro alfabetizzazione mediatica col sostegno di fact-checkers indipendenti e di ricercatori che individueranno e denunceranno le campagna di disinformazione diffuse sui social network.

I tempi? Entro marzo 2019 sarà attivato il sistema di allarme rapido, mentre le piattaforme online dovranno aggiornare la situazione entro la fine di quest’anno, poi fornire un resoconto mensile fra gennaio e maggio 2019. La Commissione pubblicherà un primo aggiornamento sul codice di buone pratiche a gennaio e, nel caso risultasse insoddisfacente, potrà proporre anche misure normative.

Sostiene Andrus Ansip, Vicepresidente e Commissario responsabile per il Mercato unico digitale: “Dobbiamo rimanere compatti e unire le forze per proteggere le nostre democrazie dalla disinformazione. Abbiamo assistito a tentativi di interferire in elezioni e referendum, con elementi che indicano la Russia come fonte principale di tali campagne. Per far fronte a queste minacce proponiamo di migliorare il coordinamento con gli Stati membri mediante un sistema di allarme rapido, di rafforzare le nostre squadre che denunciano i casi di disinformazione, di aumentare il sostegno ai mezzi di informazione e ai ricercatori e di chiedere alle piattaforme online di rispettare gli impegni assunti. La lotta alla disinformazione richiede uno sforzo collettivo.”

 

Notizia pubblicata il 06/12/2018 ore 17.26


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