Il focolaio di morbillo a Bari è sotto controllo. Il contagio è avvenuto su base familiare, da due bambini a un cugino, e poi si è esteso ad altre persone in ambito ospedaliero. In tutto, sette casi su otto sono collegati fra loro. A dirlo il Ministero della Salute e i primi dati epidemiologici che ricostruiscono la catena del contagio. “Il focolaio di morbillo registrato a Bari è sotto controllo, – informa il Ministero della Salute – ma dobbiamo porre l’attenzione sul fatto che, nonostante le ottime percentuali di copertura vaccinale della Puglia (95% a 36 mesi, valore giudicato ideale dall’OMS) e in un momento in cui sussiste l’obbligo vaccinale, si sia verificato un classico “episodio atteso” di un focolaio familiare/ospedaliero”.

I dati comunicati dall’Osservatorio della regione Puglia evidenziano cheil contagio è partito da uno stesso nucleo familiare, due fratellini di 8 e 13 anni non vaccinati e, a seguire, di un cugino di 22 anni. Il successivo ricovero ospedaliero dei soggetti ha comportato il contagio di altre 4 persone: due bambini di pochi mesi, una guardia giurata di 20 anni e una mamma di 43 anni. L’ottavo caso è invece isolato e riguarda una donna di 38 anni.

Il Ministero della Salute ha chiesto alla Puglia un dettagliato report epidemiologico sul focolaio. Ma, sottolinea una nota, “la situazione evidenzia che il solo obbligo vaccinale non basta. Per questo il ministero della Salute sta predisponendo un nuovo Piano strategico di eliminazione del morbillo che prevede il coinvolgimento di altre amministrazioni e ministeri per programmare azioni in grado di aumentare la consapevolezza del valore dell’immunizzazione attraverso i vaccini come strumento di prevenzione lungo tutta la vita”.

L’attenzione verso il morbillo è molto alta. Un record di casi c’è stato l’anno scorso, con 5.402 casi di morbillo segnalati in Italia, mentre quest’anno dal primo gennaio al 30 settembre sono stati segnalati 2295 casi di morbillo, con un picco di 471 casi nel mese di aprile e una diminuzione graduale nei mesi successivi fino a raggiungere 44 casi nel mese di settembre. I dati vengono dall’ultimo numero di “Morbillo & Rosolia News” il bollettino mensile della sorveglianza integrata morbillo-rosolia coordinata dall’ISS. L’88,2% dei casi si è verificato in sette Regioni (Sicilia, Lazio, Campania, Calabria, Lombardia, Emilia Romagna e Toscana) e la Sicilia è quella con l’incidenza più alta (296 casi per milione di abitanti).

Sempre nei primi nove mesi del 2018, l’incidenza dei casi di morbillo a livello nazionale è stata di 50,6 casi per milione di abitanti. L’età mediana dei casi è di 25 anni e 440 casi si sono verificati in bambini di età inferiore a 5 anni (di cui 143 avevano meno di 1 anno). Ancora alto il numero di casi, 100 nel 2018, segnalati fra gli operatori sanitari. Due i decessi collegati a complicanze del morbillo, uno nelle Marche e uno a Trieste; 12 i decessi dal 2017.

“Il morbillo – ribadisce l’Istituto superiore di sanità – è una delle malattie virali più contagiose e la vaccinazione rimane lo strumento di prevenzione più efficace. Per interrompere la circolazione del virus nel nostro Paese è necessario raggiungere coperture vaccinali adeguate; questo permetterà di proteggere anche le persone che non possono essere vaccinate o che non rispondono alla vaccinazione, incluse le persone ad elevato rischio di sviluppare complicanze della malattia come le persone immunodepresse e i lattanti”.


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