L’Ue è pronta ad intervenire per frenare il dilagare della pubblicità ingannevole sui social. Un recente studio della Commissione ha rilevato che la maggioranza degli utenti non riesce a individuare la natura commerciale di post e ‘like’ sponsorizzati ma non chiaramente presentati come tali, e altre pratiche normalmente proibite dalle regole Ue nel mondo offline che vengono invece applicate dai social come Facebook, Twitter o Instagram.

Nel 2017, il valore del mercato della pubblicità sui social network è stato circa 49 miliardi di euro e si attende un’ulteriore crescita per il prossimo futuro. Il ricavo totale della pubblicità sui social network per il 2018 in Europa è stimato attorno agli 8,7 miliardi di euro, con una crescita da qui al 2022 dell’8,2%

La maggior parte dei ricavi si ottengono dal traffico generato sui dispositivi mobili per i quali è prevista una crescita continua e stabile.

L’uso dei social in Europa è alto, quasi due terzi di coloro che hanno tra i 16 e i 74 anni li utilizzano tuttavia, passare molto tempo connessi pare non renda comunque in grado di riuscire a riconoscere facilmente la pubblicità ingannevole.

Lo studio commissionato da Bruxelles mette in evidenza, infatti, che un terzo delle persone è inconsapevole della natura commerciale delle pubblicità presentate come contenuto editoriale proprio del social, come per esempio un post, a differenza di quanto avviene nel mondo ‘fisico’ dove un contenuto editoriale a pagamento viene facilmente identificato dai lettori.

Due terzi degli utenti, inoltre, sono fuorviati dalla pratica corrente di Facebook di mostrare ‘like’ di amici vicini a prodotti diversi da quelli a cui questi hanno invece effettivamente dato il loro apprezzamento. Sono inoltre abitudine corrente sui social una serie di operazioni di ‘reclame’ vietate dalla Lista nera Ue delle pratiche sleali quali finti concorsi a premi e false offerte.

Questo studio porta prove a preoccupazioni che avevamo già sulla pubblicità sui social media” in quanto “alcune delle tecniche usate sono manipolatorie e non le permetteremmo proprio nel mondo offline”, ha dichiarato la commissaria Ue ai consumatori Vera Jourova, annunciando che porterà il caso “all’attenzione delle autorità nazionali dei consumatori che vedranno se è necessaria un’azione coordinata a livello Ue”. Perché “offline oppure online, le società non devono ingannare ingiustamente i consumatori, ma devono rispettare pienamente le regole Ue sulla loro protezione”, ha avvertito.

 

Notizia pubblicata il 03/10/2018 ore 17.20


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