TopNews. Immigrazione, dal Consiglio dei Ministri stretta su protezione umanitaria
Il Consiglio dei Ministri ha approvato all’unanimità il decreto sicurezza e immigrazione. E come emerge nella conferenza stampa di fine riunione, c’è molta immigrazione nei contenuti del provvedimento, a partire da una netta stretta sulla protezione umanitaria, con la previsione di sei fattispecie precise quali condizione per il rilascio di questo tipo di permesso di soggiorno. Viene ridimensionato anche il sistema dello Sprar, la rete di protezione per richiedenti asilo e rifugiati gestita da comuni ed enti locali, che rimane solo per la protezione internazionale e per i minori non accompagnati.
Sui contenuti del decreto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha parlato di una riorganizzazione del sistema di protezione internazionale e di una revisione che si avrà “in un quadro di assoluta garanzia del sistema di tutela dei diritti delle persone e delle convenzioni internazionali”. Il decreto infatti, così come è stato anticipato sulla stampa nei giorni scorsi, ha raccolto critiche e dubbi di incostituzionalità.
Quello che emerge è comunque una stretta sulla protezione umanitaria. Secondo quanto detto dal ministro dell’Interno Matteo Salvini durante la conferenza stampa a fine Consiglio dei ministri, “la protezione umanitaria viene normata con sei fattispecie specifiche. Se non rispondi a queste non hai il documento”. Le fattispecie previste sono grave sfruttamento lavorativo, tratta, violenza domestica, calamità naturali, cure mediche e attribuzione della protezione per valore civile. Il decreto prevede la possibilità di togliere la cittadinanza a chi abbia l’asilo e una condanna definitiva per terrorismo. Per i richiedenti asilo, ha aggiunto Salvini, è prevista la sospensione della domanda in caso di pericolosità sociale o di condanna in primo grado.
Il Sistema Sprar viene ridimensionato: “Continua a esistere – ha detto Salvini – ma solo per la protezione internazionale e per i minori non accompagnati”. I tempi di permanenza nei Cpr (Centri di permanenza per il rimpatrio) vengono estesi a 180 giorni (finora il trattenimento era possibile fino a 90 giorni). Il ministro dell’Interno ha annunciato anche una stretta sui fondi a disposizione: “I 35 euro verranno rivisti con un netto taglio delle spese e un risparmio medio annuo di un miliardo e mezzo di euro”.
La protezione umanitaria, ha detto ancora Salvini, finora ha riguardato il 26% delle domande di protezione internazionale accolte.
Notizia pubblicata il 24/09/2018 ore 17.11