TopNews. Polizze vita dormienti, Ivass: risvegliate 190 mila, pagati 3,5 miliardi euro
Le polizze vita dormienti “risvegliate” sono quasi 190 mila per un totale di 3,5 miliardi di euro già pagati ai beneficiari o in via di pagamento. L’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni lo aveva già annunciato durante la relazione annuale dello scorso giugno. Ora l’Ivass ha pubblicato online l’indagine aggiornata sul risveglio delle polizze potenzialmente dormienti, quelle in sonno, di cui si è persa traccia, entrate in una sorta di limbo dopo la morte del sottoscrittore.
“Sono state finora “risvegliate” 187.493 polizze, per un totale di 3,5 miliardi di euro, già pagati ai beneficiari o in corso di pagamento”, annuncia l’Ivass, spiegando che l’attività “è stata resa possibile grazie alle verifiche effettuate dalle imprese e inviate all’Ivass e al successivo incrocio dei codici fiscali da parte di quest’ultima con l’Anagrafe Tributaria”. Rimangono da indagare altri 900 mila contratti, per la maggior parte relativi a polizze temporanee caso morte.
Si legge nel documento: “L’indagine lanciata da Ivass l’8 febbraio 2017 ha fatto emergere un esteso fenomeno di polizze vita potenzialmente “dormienti”, polizze per le quali le imprese non disponevano degli elementi necessari atti a riscontrare se si fosse o meno verificato il decesso dell’assicurato nel corso della durata del contratto e quindi se, pur in assenza di una richiesta da parte dei beneficiari, si fossero realizzate le condizioni per il pagamento della prestazione assicurata.”. L’Ivass ha dunque avviato varie iniziative per “risvegliare” le polizze dormienti e assicurare l’adozione da parte delle imprese di procedure che mitigassero il fenomeno. La situazione aggiornata a fine maggio 2018, prosegue il report, evidenzia che “grazie all’attività svolta in autonomia dalle imprese e dell’attività posta in essere dall’Ivass di incrocio dei dati con l’Agenzia delle Entrate, sono state “risvegliate” 187.493 polizze per un totale di 3,5 miliardi di euro, già pagate o in corso di pagamento ai legittimi beneficiari”.
“Di queste 116.056 (62%) sono relative a polizze di risparmio giunte a scadenza, per un importo complessivo di 1,5 miliardi di euro, che gli stessi contraenti hanno trascurato di riscuotere e che le imprese, impropriamente, hanno lasciato in stato di dormienza – spiega l’Ivass – 71.437 polizze (38%) invece sono relative ad assicurati deceduti, per un ammontare di circa 2 miliardi di euro mai reclamate dai legittimi beneficiari. Tra queste ultime 30.857 polizze, per circa 1,7 miliardi di euro, sono relative a contratti a Vita intera, polizze che non hanno una scadenza definita e si concludono con il riscatto o con la liquidazione della prestazione per il decesso dell’assicurato”.
L’Istituto ha poi deciso di ampliare il perimetro di ricerca delle polizze dormienti estendendolo anche ai contratti scaduti nel quinquennio 2001-2006 e a quelli, più recenti, scaduti nel 2017 e non ancora liquidati. In questo modo si arriveranno a coprire 16 anni di possibile dormienza. Le imprese dovranno dunque comunicare all’Ivass i codici fiscali entro il 30 ottobre 2018.
Per verificare se un familiare deceduto aveva stipulato una polizza vita, si può utilizzare il Servizio ricerca coperture dell’ANIA (http://www.ania.it/it/servizi/ricerca-coperture-vita.html) oppure rivolgersi all’intermediario assicurativo, alla banca o all’impresa di assicurazione di cui si serviva il familiare (Scarica un facsimile di richiesta). Per ulteriori informazioni: Contact Center Consumatori dell’Ivass, 800 486661 dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 14.30.
Prima pubblicazione 04/09/2018 ore 10.30