Tutela del diritto d’autore e libertà nel web. Diritto di informazione, diritto a un equo compenso per gli autori, libertà di espressione e di link. E dunque libertà di postare video, foto, news, satira e meme. Sono tutti i diritti entrati in ballo, spesso in modo conflittuale, nel dibattito sulla riforma del copyright online in Europa. Il Parlamento europeo ha deciso di rimandare la palla a settembre, quando  il testo sarà oggetto di discussione, emendamento e voto. Allora forse si potrà trovare un equilibrio migliore ed elaborare una proposta di riforma che sia più equilibrata per tutte le parti in gioco, grandi editori, multinazionali del web e cittadini.

Questi i temi affrontati nel quarto numero della newsletter parte del progetto “Peers Say No” (edizione di luglio) guidato da Adiconsum in collaborazione con l’Istituto Comprensivo di Via Micheli (Roma), Consumedia, editore dell’Agenzia di informazione Help Consumatori, e il portale Skuola.net.

Questo mese scopriremo dunque quali sono i temi dibattuti nel progetto di riforma del copyright discusso in Europa, cosa dicono i contenuti “incriminati”, quali le posizioni in campo. Sul tema si sono infatti  formati di fatto due schieramenti contrapposti, con annesse attività e pressioni di lobby: da una parte le multinazionali del web, dall’altro i grandi editori. I cittadini che usano la Rete, postano e segnalano informazioni sui social, caricano video e rilanciano meme, hanno rischiato di rimanere intrappolati nel mezzo.

Le critiche alla riforma, così come si stava delineando, hanno denunciato rischi alla libertà di espressione, censura preventiva, un cambiamento epocale dell’intera naturale e cultura di Internet. Chi invece si è schierato a favore del testo, apprezzava il fatto che venisse riconosciuto un compenso per le opere veicolate in rete. Ma quali sono nel dettaglio le posizioni in campo? Una sezione della newsletter riporta dunque la geografia delle posizioni in campo. A favore della riforma si è schierata ad esempio Confindustria Cultura Italia; nettamente contraria Wikipedia, che non a caso si è anche oscurata per protesta,  che ha apprezzato il rinvio della riforma parlando di “vittoria per una Rete libera.

Dal canto loro, le associazioni dei consumatori hanno lamentato una mancata consultazione sia in sede nazionale che europea. “Provvedimenti restrittivi sulla reperibilità online delle informazioni e dei contenuti sarebbero un danno per la collettività – dice Mauro Vergari, responsabile settore TLC di Adiconsum – Non va neanche dimenticato che i cittadini stessi sono divenuti autori ed editori di contenuti, che oggi hanno una certa importanza nella Rete: ascoltarli e recepire le loro istanze è fondamentale”.

Nella newsletter non manca un faro puntato sulla parola del mese: copyright, appunto. Si propone dunque un sintetico excursus storico, dalla prima legge che si è occupata della figura dell’autore (all’inizio del 1700) fino alla previsione contenuta nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo delle Nazioni Unite (art 27: “Ogni individuo ha diritto alla protezione degli interessi morali e materiali derivanti da ogni produzione scientifica, letteraria e artistica di cui egli sia autore”) per finire con le nuove sfide poste dal digitale e dal web. Nello spazio dedicato alle curiosità, invece, qualche risposta utile su chi voglia sapere di più sulla licenza “Creative Commons”.

 

Notizia pubblicata il 30/07/2018 ore 16.10


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