TopNews. Copyright, Wikimedia: “Vittoria, Rete libera”. AIE: “Occasione mancata”
Wikimedia parla di “una vittoria per la Rete libera”. Il Parlamento europeo ha deciso di non accettare il testo della riforma sul copyright approvato a giugno dalla Commissione giuridica e ha rimandato il tutto al settembre, alla prossima Plenaria. Il testo, molto discusso, è diventato campo di battaglia fra big online ed editori. Ma è stato osteggiato anche da esperti di internet e tecnologia e dalla società civile che lo hanno accusato di limitare la libertà di espressione e di portare a forme di censura preventiva, soprattutto per le previsioni contenute nell’art 13 del testo, che prevedeva un controllo ex ante da parte delle piattaforme online sui contenuti caricati dagli utenti e a rischio di violare il diritto d’autore.
Comprensibile dunque la soddisfazione espressa ad esempio da Wikimedia e dai volontari di Wikipedia, che qualche giorno fa si sono oscurati per protesta. “Siamo lieti che l’azione di protesta a cui si è unita con forza la comunità di Wikipedia non sia stata vana e che la voce dei volontari attivi su di Wikipedia in lingua italiana, inglese, spagnola, lettone, polacca e catalana insieme a quella di numerosi centri di ricerca, associazioni, docenti, bibliotecari e cittadini sia finalmente stata ascoltata dagli eurodeputati – si legge in una nota stampa – La decisione consente di aprire nuovamente la discussione sul testo della direttiva e lavorare in particolare sugli articoli 11 e 13, che rappresentano un pericolo per la libertà di espressione e per la tutela della libertà e della creatività in Rete”. Nei prossimi mesi, prosegue Wikimedia, continuerà il dialogo con le istituzioni europee affinché il testo definitivo della direttiva possa tutelare un web aperto. Sostiene il portavoce di Wikimedia Italia Maurizio Codogno: “Il vero risultato di questa votazione è l’avere riconosciuto che il tema del copyright è così importante da meritare un esame attento da parte di tutto il Parlamento. Sono certo che la discussione nei prossimi mesi porterà a una direttiva che abbia davvero a cuore la tutela dei diritti di tutti, dai piccoli produttori indipendenti di contenuti ai grandi editori, e soprattutto permetta a chiunque di avere un accesso libero e legale all’informazione e alla conoscenza”.
La decisione dell’Europarlamento è stata accolta con favore anche dall’Unione Nazionale Consumatori, che si era spesa perché nel dibattito non venisse trascurata la posizione degli utenti. “Avevamo scritto ai parlamentari europei, denunciando che la direttiva avrebbe finito per limitare oltre misura la facilità di accesso alle informazioni online, soprattutto a discapito dei consumatori – sostiene Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori – In particolare gli articoli 11 e 13 rischiavano di comportare la chiusura degli aggregatori, andando paradossalmente a colpire il pluralismo e la diffusione delle notizie, obbligando le piattaforme di condivisione online ad attivare filtri preventivi, trasformandole in censori. Ora speriamo – conclude Dona – che si riesca a trovare una strada giusta ed equilibrata per coniugare la tutela del diritto d’autore e l’informazione di qualità con la facilità di accesso alle news, salvaguardando la libertà della rete ed il diritto dei consumatori ad un’informazione libera ed accessibile”.
Di ottimo segnale per il rinvio della riforma parla il Ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro Luigi Di Maio. “La decisione presa in seduta plenaria dal Parlamento Ue a Strasburgo di rinviare la proposta di direttiva per la riforma del copyright è il segnale tangibile che finalmente qualcosa sta cambiando a livello europeo”, dice Di Maio, annunciando che “il governo continuerà ad essere parte attiva durante il prosieguo del dibattito sulla direttiva sul copyright al fine di rimuovere definitivamente gli articoli 11 e 13 che ritiene portatori di due concetti inaccettabili quali: il diritto per i grandi editori di autorizzare o bloccare l’utilizzo delle loro pubblicazioni, introducendo di fatto una “link tax”, e la possibilità concessa alle società che danno accesso a grandi quantità di dati di adottare misure per controllare ex ante tutti i contenuti caricati dagli utenti”.
Sul versante opposto si segnala la delusione degli editori. “Una grande occasione mancata”, commenta il presidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE) Ricardo Franco Levi subito dopo l’esito della votazione del Parlamento europeo sulla riforma del copyright. Levi parla di “una sconfitta culturale, ancor prima che politica”. E prosegue: “Le multinazionali del web, che non vogliono assumere alcuna responsabilità, né sociale, né in difesa della libertà di espressione, né legale per le violazioni dei diritti degli autori europei, hanno voluto frenare un miglioramento che avrebbe aiutato tutta l’industria culturale. È paradossale – dice Levi – che proprio queste grandi imprese si siano opposte alla modernizzazione del diritto d’autore. Hanno vinto le pressioni a difesa di un modello di rete costituito da poche imprese che, acquisita una posizione dominante, la sfruttano a danno delle imprese creative, degli operatori minori del mondo digitale e anche dei consumatori”.
Ancora diversa la posizione della stampa online. L’Associazione nazionale della stampa online (ANSO), a differenza delle altre associazioni di editori, si è apertamente schierata contro la direttiva. “Quando abbiamo iniziato questa nostra battaglia – dice Matteo Rainisio, vicepresidente di ANSO – eravamo osteggiati da tutti, ma non ci siamo fermati davanti alle grandi lobby e al peso della Commissione Europea. Come Davide contro Golia abbiamo continuato a far sentire la nostra voce e non ci siamo mai fermati nemmeno dopo il voto in commissione. Oggi per noi piccoli editori è un giorno di festa: internet è ancora libero e i link sono salvi”.
Notizia pubblicata il 05/07/2018 ore 16.00
