Tutti i pagamenti transfrontalieri in euro al di fuori della zona euro, ma sempre all’interno dell’Unione, avranno gli stessi costi – pari a zero o molto bassi – dei pagamenti nazionali nella valuta locale. È questa la proposta avanzata oggi dalla Commissione europea con la quale si intende estendere a tutti i consumatori e a tutte le imprese i benefici del mercato unico quando inviano denaro, prelevano contante o effettuano pagamenti all’estero.

Inoltre, la Commissione propone oggi di accrescere la trasparenza e la concorrenza nel settore dei servizi di conversione valutaria per i consumatori che acquistano beni o servizi in una valuta diversa dalla propria.

“Con la proposta odierna assicuriamo ai cittadini e alle imprese di paesi non appartenenti alla zona euro le stesse condizioni di cui godono i residenti nella zona euro per i pagamenti transfrontalieri in euro. Tutti i cittadini europei potranno trasferire denaro a livello transfrontaliero in euro allo stesso costo di un’operazione nazionale. La proposta di oggi impone anche la piena trasparenza della conversione valutaria quando i consumatori pagano tramite carta in un paese che non ha la stessa valuta in uso nel loro paese”, commenta Valdis Dombrovskis, Vicepresidente responsabile per la Stabilità finanziaria, i servizi finanziari e l’Unione dei mercati dei capitali.

In particolare, la proposta stabilisce che le commissioni addebitate per i pagamenti transfrontalieri in euro siano uguali a quelle che sarebbero addebitate per pagamenti nazionali equivalenti nella valuta locale. Ciò consentirà di ridurre le commissioni a pochi euro, se non centesimi di euro.

Per esempio, un bonifico transfrontaliero in euro (EUR) dalla Bulgaria costerà come un bonifico nazionale in lev bulgari (BGN). Si tratta di un cambiamento importante, poiché in alcuni Stati membri non appartenenti alla zona euro le commissioni per un semplice bonifico possono essere esorbitanti (fino a 24 € per un bonifico di 10 €).

Le pesanti commissioni di oggi rappresentano un intralcio per il mercato unico in quanto creano ostacoli alle attività transfrontaliere di famiglie (acquisti di beni o servizi in un’altra area valutaria) e imprese, in particolare PMI. Ciò crea un divario significativo tra i residenti nella zona euro che beneficiano della moneta unica e i residenti in paesi che non fanno parte della zona euro, i quali possono effettuare operazioni a basso costo soltanto all’interno del proprio paese.

La proposta odierna apporterà anche trasparenza nei pagamenti che coinvolgono diverse valute dell’Unione. Attualmente, i consumatori in genere non sono informati o consapevoli del costo di un’operazione che comporta una conversione valutaria. La proposta imporrà quindi di fornire ai consumatori informazioni esaustive sul costo della conversione valutaria prima che effettuino il pagamento (ad esempio con carta all’estero, sia esso un prelievo di contanti presso uno sportello bancomat, un pagamento con carta tramite POS o un acquisto online). Ciò significa che i consumatori potranno confrontare i costi delle diverse opzioni di conversione e operare una scelta corretta.

Dati recenti indicano che i consumatori denunciano le pratiche di conversione dinamica della valuta – vale a dire pagare all’estero con la valuta del proprio Stato di origine – e chiedono che siano vietate, avendo constatato che, nella maggior parte dei casi esaminati, questi venivano penalizzati. La mancanza delle informazioni necessarie a operare la scelta migliore porta spesso i consumatori a essere ingiustamente indirizzati verso l’opzione di conversione valutaria più costosa. L’Autorità bancaria europea sarà incaricata di elaborare le norme tecniche di regolamentazione necessarie per l’attuazione di questa maggiore trasparenza.


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