Un pacchetto di proposte per una legge sul gioco d’azzardo e per una serie di interventi di cura del disturbo da azzardo patologico. Moratoria per i nuovi giochi d’azzardo, campagne informative nelle scuole di ogni ordine e grado, e un logo “no slot” per pubblici esercizi e circoli privati che decidano di non dotarsi di macchinette e di non vendere azzardo. Sono diverse e articolate le proposte che la campagna “Mettiamoci in gioco” contro i rischi dell’azzardo ha lanciato alle forze politiche in vista delle prossime elezioni.

La richiesta di partenza è un appello per una nuova legge sul gioco d’azzardo che si fondi su quattro punti: divieto assoluto della pubblicità, riduzione di un terzo dell’offerta complessiva del gioco, diritto di Regioni ed Enti locali a regolamentare l’offerta del gioco d’azzardo sul proprio territorio, senza annullarla ma senza nemmeno essere vincolati all’intoccabilità degli interessi già esistenti, aumento delle risorse destinate al sistema dei servizi per garantire cura e assistenza gratuite alle persone affette da disturbo da gioco d’azzardo.

La campagna, che riunisce diverse associazioni, chiede che nella prossima legislatura parta subito l’iter di approvazione di una legge di regolamentazione che metta ordine nel settore dell’azzardo e permetta di intervenire sui problemi correlati, dalla diffusione delle dipendenze ai fenomeni dell’usura. Oltre alla proposta di una nuova legge – diversi candidati hanno già sottoscritto l’appello – Mettiamoci in gioco ha poi stilato una serie di proposte che verranno riprese dopo le elezioni e che fanno parte di un percorso di intervento più articolato. La campagna chiede prima di tutto di usare, nei documenti ufficiali e nelle normative di legge, il termine “disturbo da gioco d’azzardo”, indicato nel DSM V, il manuale sui disturbi mentali punto di riferimento in campo psichiatrico, perché “ludopatia è una fantasiosa innovazione italiana nata per occultare il termine “azzardo”, cioè la realtà del fenomeno”, dice la sigla. Allo stesso tempo, va garantito un fondo per la cura e la prevenzione dell’azzardo patologico che parta il primo anno con 50 milioni di euro. Nei Servizi per le dipendenze patologiche (SerD) vanno previsti percorsi di cura specifici per i pazienti che soffrono di disturbi da azzardo e la certificazione di diagnosi di disturbo da gioco d’azzardo deve dare diritto all’esenzione dalla compartecipazione al costo della spesa sanitaria.

Sul versante dei giochi, invece, la campagna chiede una moratoria per i nuovi giochi d’azzardo, informazioni sul rischio e sulle possibilità di vincita e perdita sui tagliandi delle lotterie istantanee, e l’uso della tessera sanitaria come forma esclusiva di accesso al gioco d’azzardo, compreso quello online. La proposta di Mettiamoci in gioco comprende poi l’obbligo per il Ministero dell’Istruzione (ma va coinvolto anche quello della Salute) di predisporre campagne di informazione e progetti di educazioni sui rischi legati al gioco d’azzardo nelle scuole di ogni ordine e grado. Va introdotta, prosegue la sigla, la figura dell’amministratore di sostegno per la persona affetta da azzardo patologico che non possa provvedere ai propri interessi. Nella proposta c’è anche la valorizzazione di pubblici esercizi e circoli privati “virtuosi”: chi elimina o non installa macchinette e non vende prodotti per l’azzardo dovrebbe avere la possibilità di chiedere al Comune il rilascio del logo “no slot”. Mettiamoci in gioco chiede poi di adottare le misure di contrasto alle infiltrazioni della criminalità organizzata avanzate dalla Commissione parlamentare antimafia nel luglio 2016.


Vuoi ricevere altri aggiornamenti su questi temi?
Iscriviti alla newsletter!



Dopo aver inviato il modulo, controlla la tua casella per confermare l'iscrizione
Privacy Policy

Parliamone ;-)