#Natale2017 all’insegna del cibo. Confesercenti: cresce il budget per la tavola
Cresce il budget degli italiani per imbandire la tavola alla vigilia e per il pranzo di Natale. Nonostante le incertezze, le famiglie aumentano le risorse per allestire cenoni e pranzi: quest’anno spenderanno in tutto 2,8 miliardi di euro, il 3,7% in più del 2016, per una media di 110 euro a famiglia, il dato più alto dal 2007. E a trainare, per una volta, è il Sud: qui la media è di 120 euro, circa il 9% in più delle regioni del Nord (112 euro). La spesa più bassa (98 euro) si registra invece nel Centro Italia. È quanto emerge dall’indagine Confesercenti sui consumi natalizi, svolta in collaborazione con SWG su un panel di 3000 consumatori.
Natale con i tuoi: è ancora così ma un po’ meno rispetto al passato. Se infatti nel 2013 e nel 2014 erano tutti in casa (90% e oltre) da parenti o amici, quest’anno a festeggiare fra le mura domestiche sarà il 78% dei connazionali. Rispetto a cinque anni fa, rileva Confesercenti, aumentano gli italiani che vanno al ristorante (che passano dal 2% al 7%) e quelli che trascorrono le feste in vacanza, che aumentano dal 3% del 2013 all’11% di questo Natale. Di questi, due su tre trascorreranno la vigilia ed il pranzo in una meta italiana, mentre gli altri taglieranno il panettone all’estero, principalmente in Europa.
Chi invece sceglie un pranzo cucinato in famiglia cerca soprattutto la qualità e le specialità enogastronomiche, con un menu di Natale che sarà ancora all’insegna della tradizione per il 66% degli italiani ma con aperture verso piatti vegetariani, vegani, biologici e a km0. Due italiani su tre si orienteranno infatti verso la tradizione: pesce e crostacei per la Vigilia, carni e primi della tradizione per il pranzo del 25 dicembre, con brodi, fritti e dolci tipici – panettoni e pandori su tutti, meglio ancora se artigianali – come dettano le consuetudini della festa, anche e soprattutto nella dimensione locale. Ma si affermano anche i piatti vegani, che compariranno sul 13% delle tavole, e quelli bio o a km zero, scelti dal 7%. Per questi ultimi, oltre la metà degli intervistati si dice disposto a spendere anche molto o abbastanza di più, soprattutto al Nord, dove la percentuale di ‘convinti’ arriva a toccare il 56%.