La parità di genere è lontana. Il divario di retribuzione è ancora realtà, l’attività di cura è ancora prevalentemente femminile, e quel “soffitto di cristallo” che impedisce l’ascesa sociale ed economica delle donne è ancora là, lontano dall’infrangersi. In Europa le donne sono pagate in media il 16,3% in meno rispetto agli uomini. Così la Commissione europea ha lanciato oggi un piano d’azione mirante ad affrontare il problema del divario retributivo di genere per il periodo 2018-2019.

La mobilitazione della Commissione europea in difesa dei diritti delle donne cade in un periodo in cui il tema è all’attenzione dell’opinione pubblica mondiale, non solo per questioni di salario ma per un ventaglio di problemi molto ampi che comprendono molestie sessuali sul lavoro, violenza contro le donne, divario nelle retribuzioni ed equilibrio fra vita privata e professionale. Nel piano d’azione la Commissione promette di agire su diversi campi, che vanno da una migliore applicazione del principio di parità di retribuzione alle iniziative per combattere il “soffitto di cristallo”, dalla necessità di valorizzare capacità e responsabilità femminili al disvelamento di disuguaglianze e stereotipi all’informazione sul divario retributivo di genere.

Un’indagine Eurobarometro pubblicata oggi evidenzia che la parità di genere non è ancora raggiunta negli Stati dell’UE. La Commissione ha dunque annunciato azioni concrete per porre fine al divario retributivo tra donne e uomini attraverso un piano d’azione da realizzare tra oggi e la fine del suo mandato, nel 2019. Si legge in una nota di Bruxelles: “In Europa le donne sono ancora pagate in media il 16,3% in meno rispetto agli uomini. Negli ultimi anni il divario retributivo non si è ridotto, in gran parte perché le donne hanno tendenzialmente un tasso di impiego inferiore rispetto agli uomini, lavorano in settori in cui le retribuzioni sono più basse, vengono promosse meno di frequente, usufruiscono più spesso di interruzioni nel corso della loro carriera professionale e svolgono un maggior numero di attività non retribuite”. L’attuazione del piano europeo permetterà – è la promessa della Commissione  – di migliorare il rispetto del principio della parità di retribuzione, di ridurre lo svantaggio legato alle mansioni di cura familiare, ancor oggi riservate in gran parte alle donne, e di infrangere il “soffitto di cristallo” finanziando progetti volti a migliorare l’equilibrio di genere nelle imprese a tutti i livelli di gestione e incoraggiando i governi e le parti sociali ad adottare misure concrete per migliorare l’equilibrio di genere nei processi decisionali.

Sostiene il primo Vicepresidente della Commissione, Frans Timmermans: “La parità di genere è un diritto fondamentale, sancito dai trattati UE. Dobbiamo sfruttare l’attuale momento di risonanza mediatica e politica su questi temi per passare da dichiarazioni di principio ad azioni concrete. In tutt’Europa le donne hanno diritto alla parità di trattamento, all’emancipazione e alla sicurezza, ma questi diritti non sono ancora realtà per un numero troppo elevato di loro.”

Il divario fra ambizioni e realtà è messo in luce da un sondaggio Eurobarometro che evidenzia una maggior consapevolezza degli europei su questi temi a fronte di lacune evidenti nella passaggio dalle idee alle situazioni concrete. La parità di genere è importante per la maggior parte degli europei, tanto che secondo nove europei su dieci promuovere la parità di genere è importante per la società, per l’economia e per loro stessi personalmente. Metà degli europei pensa che siano necessarie più donne in politica e nei posti di comando e sette europei su dieci si dicono a favore di misure giuridiche che garantiscano la parità tra uomini e donne in politica. Il 90% degli europei dichiara che è inaccettabile che le donne siano retribuite meno degli uomini e il 64% è a favore della trasparenza retributiva come veicolo di cambiamento. L’equa condivisione dei compiti nel lavoro domestico e nella cura dei figli non è stata però raggiunta: più di otto europei su dieci ritengono che l’uomo debba farsi carico in ugual misura dei lavori domestici o usufruire del congedo parentale per prendersi cura dei figli, ma la maggioranza (il 73%) pensa che le donne continuino a dedicare più tempo degli uomini alle incombenze domestiche e familiari.

Sostiene Vĕra Jourová, Commissaria per la Giustizia, i consumatori e la parità di genere: “Le donne sono ancora sottorappresentate nelle posizioni di vertice in ambito politico e nel mondo imprenditoriale. Continuano a guadagnare in media il 16% in meno rispetto agli uomini in tutta l’UE e la violenza nei loro confronti è ancora diffusa. Tutto ciò è ingiusto e inaccettabile nella società odierna. Il divario retributivo di genere va colmato, perché l’indipendenza economica delle donne è la loro miglior protezione contro la violenza.”

 

Notizia pubblicata il 20/11/2017 ore 17.01


Vuoi ricevere altri aggiornamenti su questi temi?
Iscriviti alla newsletter!



Dopo aver inviato il modulo, controlla la tua casella per confermare l'iscrizione
Privacy Policy

Parliamone ;-)