Quali sono le strade che portano al benessere? E cosa fanno le persone per mantenersi in forma? Cercare di mangiare in modo sano, fare esercizio fisico, dormire a sufficienza sono fra le scelte più gettonate e più comprensibili, ma sono tanti i modi in cui si cerca di curare il proprio star bene. Uno dei più segnalati è quello di passare più tempo con la famiglia, con gli amici e con i propri animali domestici, ma anche quello seguire un opportuno digital detox e fare una sana pausa dalla tecnologia. In crescita i rimedi “alternativi”.

GfK ha realizzato un’indagine online in 17 paesi, chiedendo a oltre 23.000 persone cosa facciano per mantenersi in forma. Tra le attività più citate a livello internazionale, ci sono dormire a sufficienza, mangiare in maniera sana e fare esercizio. Ma ci sono anche risposte meno scontate, come ad esempio passare del tempo di qualità con la propria famiglia, gli amici o i propri animali domestici. Per gli italiani in particolare, le principali risposte passano dal cibo, dal rapporto con famiglia e amici, dalla cura del sonno. Senza dimenticare l’esercizio fisico, l’uso di prodotti per la cura persona e la pausa dalla tecnologia.

Per gli italiani, spiega GfK, il benessere passa innanzi tutto per la tavola: ben il 66% degli intervistati è convinto che “mangiare alimenti sani e nutrienti” sia fondamentale per rimanere in forma. Uno su quattro ammette di seguire una dieta specifica per stare meglio e il 59% svolge un’attività fisica di qualche tipo per rimanere in esercizio. Al secondo posto per stare meglio e curare il proprio benessere gli italiani indicano il  “Passare del tempo con famiglia, amici o animali domestici”, citata dal 62% degli intervistati. A pari merito, c’è indicazione di dormire a sufficienza. Per stare meglio, insomma, non basta curare il proprio fisico ma è importante vivere momenti appaganti con le persone a cui si vuole bene. Magari spegnendo il cellulare, come sembra consigliare il 30% degli italiani secondo il quale per stare meglio è necessario prendersi una pausa dalla tecnologia.

Il confronto con il 2014 evidenzia la crescita di alcuni fenomeni, come il tema del cibo che diventa sempre più centrale come ingrediente del benessere. Per stare meglio, poi, si ricorre sempre di più a soluzioni “alternative” quali la meditazione o altre tecniche di rilassamento (indicate dal 16%, più 3% rispetto al 2014) e il ricorso a rimedi alternativi, naturali o olistici (16% delle risposte, con un aumento del 7%). Risultano in forte crescita anche l’esigenza di dormire un numero sufficiente di ore (+8%) e di fare un po’ di digital detox, prendendosi una pagina dalla tecnologia (+8%).

Ci sono differenze di genere? Spiega GfK: “Italiani e italiane hanno strategie diverse per rimanere in forma: le donne, infatti, danno maggiore importanza ad attività quali mangiare in maniera sana (68% contro il 64% degli uomini), passare del tempo con amici e parenti (63% contro il 60%) e usare prodotti per la cura del corpo e la bellezza (52% contro il 37%). Al contrario, gli uomini per stare meglio considerano più importante dormire abbastanza (64% contro il 61% delle donne) e ricorrere alla meditazione o altre tecniche di rilassamento (18% contro il 15%)”.

A livello internazionale, fra le attività indicate per rimanere in forma risultano prime a pari merito (con il 65%) dormire a sufficienza e mangiare alimenti sani e nutrienti. La prima rimane stabile rispetto al 2014, mentre l’attenzione a un’alimentazione sana guadagna 7 punti percentuali rispetto all’ultima edizione della ricerca. L’esercizio fisico è maggiormente considerato rispetto all’Italia, e si posizione al secondo posto in classifica con il 64% delle preferenze. Rispetto al 2014, risulta in crescita del 6% anche la voglia di passare del tempo con la famiglia e gli amici (a due e quattro zampe). Ma le variazioni più significative riguardano la possibilità di prendersi una pausa dalla tecnologia – che passa dal 24% del 2014 al 34% del 2017 – e la decisione di seguire una dieta specifica per stare meglio, che guadagna ben 12 punti percentuali e ora viene citata da quasi un intervistato su tre.


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