Che grande invenzione per l’umanità è stata la pasta. Elementi semplici, acqua e farina, mescolati insieme hanno dato origine, nella notte dei tempi, a uno tra gli ingredienti più usati nelle cucine di tutto mondo, al punto da istituire in suo onore una giornata per celebrarla in tutte le sue forme. Oggi infatti, 25 ottobre, è il World Pasta Day. Per noi italiani, consumare pasta è praticamente scritto nelle cellule del DNA tanto che il nostro consumo annuo è in media di 23,5 chili pro-capite. Ma l’Italia si conferma leader anche nella produzione industriale con 3,2 milioni di tonnellate, davanti a Usa, Turchia e Brasile.

Sul fronte della produzione, sembra poi che gli italiani stiano riscoprendo il valore della genuinità della pasta fatta in casa. Secondo un sondaggio Coldiretti- Ixe’, in una famiglia su cinque (20%) si prepara pasta semplice o ripiena anche grazie all’aiuto delle nuove tecnologie. Una tendenza confermata dal boom delle pubblicazioni dedicate, dalle chat su internet, dal successo delle trasmissioni televisive e dai corsi di cucina

Quest’anno si festeggia anche l’arrivo dell’etichetta Made in Italy che obbliga ad indicare la provenienza del grano utilizzato, come chiede l’81% dei consumatori secondo la consultazione pubblica on line sull’etichettatura dei prodotti agroalimentari condotta dal Ministero delle Politiche Agricole. Una decisione che tutela anche i produttori di grani nazionali e, non da ultimo, la salute dei consumatori, visto il divieto di utilizzo del glifosato nel nostro Paese.

L’Italia è il principale produttore europeo e secondo mondiale di grano duro, destinato alla pasta con 4,3 milioni di tonnellate su una superficie coltivata pari a circa 1,3 milioni di ettari che si concentra nell’Italia meridionale, soprattutto in Puglia e Sicilia che da sole rappresentano circa il 40% della produzione nazionale (dati Coldiretti).

Ma quali piatti a base di pasta piacciono di più a noi italiani? Nella giornata dedicata al piatto simbolo dell’Italia, Just Eat indaga i gusti del Bel Paese stilando una classifica dei piatti più ordinati a livello nazionale.

Il risultato? La lasagna batte tutta la concorrenza e si piazza la primo posto, seguita dalla carbonara e, a maggior distanza, dalle tagliatelle al ragù. Bologna è la città che ordina più pasta in Italia davanti alla capitale e a Milano. Al quarto posto si posizionano infatti i tortellini alla panna, poi le penne all’arrabbiata e gli gnocchi alla sorrentina, terminando al decimo posto con la specialità emiliana gramigna e salsiccia.

Ora provate ad immaginate un piatto di spaghetti, che, oltre a gratificare il palato, sia in grado arricchire l’intestino di batteri buoni e di avere effetti positivi sul metabolismo nonché attenuare gli stati infiammatori. È questo il risultato della ricerca condotta dal CREA che, con il suo Centro di Cerealicoltura e Colture Industriali, nell’ambito di Passworld-Pasta E Salute Nel Mondo, ha messo a punto una pasta funzionale e altamente innovativa, capace di migliorare lo stato di benessere del consumatore, grazie all’aggiunta di ingredienti e componenti che conferiscono una valenza salutistica superiore a quelle già disponibili in commercio.

Per la prima volta nell’industria della pasta, sono state aggiunte direttamente agli impasti spore di batteri appartenenti al gruppo “spore forming lactic acid bacteria” (SFLAB) individuati nei generi Bacillus, Brevibacillus, Paenibacillus e Sporolactobacillus. Questi batteri, oltre ad esercitare gli effetti benefici comuni alle specie probiotiche di batteri lattici, risultano particolarmente resistenti e capaci di rimanere a lungo vitali nel prodotto essiccato e nel prodotto cotto, fino al consumo, nonché di conservare la vitalità durante il passaggio nel tratto gastro-intestinale. Quindi in un unico alimento sono state racchiuse proprietà probiotiche (SFLAB) e prebiotiche (fibre, antiossidanti).

 

Notizia pubblicata il 25/10/2017 ore 17.39


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